Bobo Maroni alla corte di Lamorgese e le chat della Lega varesina s’infiammano

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VARESE Maroni presidente della Consulta anti caporalato. E “maroni” che girano sul Carroccio dopo che il Bobo leghista ha accettato l’incarico della Lamorgese. Più della sconfitta patita, e ancora fresca, a Varese a rendere infuocato il clima sul Carroccio è stata la nomina di Roberto Maroni fatta dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Una decisione, quella di Maroni di accettare l’incarico che da un lato ha stupito forzisti e Fratelli e dall’altro ha spiazzato i leghisti.

Nessuno, sia chiaro, eccepisce sul fatto che l’incarico sia tagliato su misura per le competenze di Bobo Maroni. Ma a far esplodere le chat, soprattutto leghiste, (dove girano anche messaggi piuttosto pesanti sull’uomo di Lozza) sono: la tempistica della scelta fatta e il fatto che un leghista (Maroni appunto, non certo uno qualunque) “vada alla corte” del ministro “nemico” di Salvini. E in politica, si sa, tempi e schieramenti di campo hanno il loro  peso. Anche per dire ciò che a volte non trova parola, ma senso dietro le quinte. Che stanno esplodendo.

La tempistica

I tempi sono importanti. E la successione dei fatti dice questo: lunedì 18 ottobre attorno alle ore 16.15 si consuma ufficialmente la sconfitta di Matteo Bianchi e del centrodestra a Varese; martedì 19 ottobre in aula a Montecitorio Matteo Salvini (molto presente nella campagna elettorale varesina a differenza proprio di Roberto Maroni) attacca pesantemente il ministro Lamorgese. Ed è Il Foglio a riportare, in un interessante pezzo sull’emisfero leghista in fermento, firmato da Valerio Valentini, le pesanti dichiarazioni del Capitano. Indirizzate proprio al ministro dell’Interno sul tema della gestione dell’ordine pubblico. E infine ieri, mercoledì 19, l’annuncio che Roberto Maroni è stato nominato e ha accettato la presidenza della Consulta anti Caporalato.

Insomma, per i leghisti, nel giro di nemmeno 48 ore si è quasi stravolto il mondo.

La domanda più gettonata che gira nelle chat e che ben rappresenta la smarrimento è “Ma come?”. Già perché poi c’è chi aggiunge: “Maroni non si è visto per tutta la campagna elettorale. Si pensava fosse per scelta personale e invece…”. E ancora: “Non è possibile che Salvini attacchi Luciana Lamorgese e Roberto Maroni accetti la nomina offerta dal ministro“.

La scelta di campo

Lasciando perdere i messaggi più duri (e sul filo dell’attacco personale nei confronti di Bobo), quello che emerge è che la mossa dell’ex candidato sindaco del centrodestra sia andata davvero di traverso. Anzi di più: è stata presa come un boccone indigesto. E sono in tanti a ricordare che il centrodestra ha atteso fino alla fine l’ok del Bobo candidato. Qualcuno dice: “Siamo rimasti a lungo fermi per aspettare una sua decisione. E lui, dopo essersi sfilato all’ultimo, dopo aver latitato per tutta la campagna elettorale che fa? Va a fare il presidente su incarico di un ministro attaccato da Salvini. Bella roba”.

Venga in sede a dare spiegazioni

E’ chiaro che il Bobo, appassionato di vela, per spessore curricolare stia solcando mari ben più affascinanti dello “stagno” politico varesino. Ma i militanti (non pochi) lo reclamo in sede. “Ci deve dare uno spiegazione“. Ma chissà se mai lo farà. Di certo, chi la vede lunga e sta da una vita sul Carroccio, legge la scelta di Maroni in questo modo: “E’ evidente che la Lega è spaccata. Non so dire in quante anime. L’unica cosa che mi pare evidente è che da una parte ci sono Giorgetti e, a questo punto Maroni, e dall’altra è rimasto Salvini”.

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