Moduli di autocertificazione, oggetti da collezione

IL VIRUS HA PORTATO ALLA LUCE TUTTA LA BUROCRAZIA ITALIANA

Una delle cose che resterà, quando volteremo pagina sull’epidemia, sarà la collezione dei moduli di autocertificazione. Siamo uno dei pochi Paesi al mondo – in virtù della nostra legislazione – in cui chi è stato costretto a muoversi ai tempi del covid ha dovuto viaggiare con svariati moduli in tasca. Possibilmente precompilati, per accellerare i tempi all’eventuale controllo.

Questa è l’Italia, l’Italia dei moduli e della burocrazia, delle complicazioni, del che cosa si può fare e a quali condizioni e sottocondizioni, che cosa non si può fare, che cosa non si “potrebbe” fare a meno che… Burocrazia che non molla mai, nemmeno di fronte alle grandi emergenze.

Ma con l’ultimo decreto, quello che ci introduce nella cosiddetta Fase 2, uno spiraglio di luce: il ministero dell’Interno ha chiarito che vale anche il modulo del decreto precedente, purché vengano sbarrate (e dunque cancellate) le voci che non interessano. Quindi coraggio, non serve ristampare tutto.

In ogni caso per autocertificare qualcosa non è mai stato indispensabile essere in possesso di un modulo autorizzato, infatti a norma di leggi e decreti in vigore è sempre possibile rilasciare la dichiarazione di persona all’autorità che effettua la verifica, poiché già la semplice comunicazione orale fornita a un  pubblico ufficiale riveste carattere di piena ufficialità ai sensi dell’articolo 76 del DPR 445/2000 che sancisce la sola equivalenza dell’autocertificazione scritta alla dichiarazione resa di persona, quindi nel dubbio meglio non avere con sé nulla e spiegare la situazione ai controlli. Nel caso ci penserà il pubblico ufficiale a compilare i propri moduli.

Detto questo, come hanno evidenziato alcuni nostri lettori, abbiamo la conferma di come l’epidemia sia stato un autentico siero della verità, avendo fatto emergere tutti ciò che non va, sia nell’ambito dell’organizzazione e della gestione sanitaria, sia in quello amministrativo. E politico. Un virus-verità che ci ha fatto capire – semmai ce ne fosse bisogno – quanto sia complicato rincorrere leggi e decreti che cambiano continuamente, del formidabile caos in cui viviamo. Un virus che ha messo a nudo anche la talvolta perversa e distorta natura dei social che veicolano notizie fake contribuendo ad alimentare il caos mediatico in cui siamo immersi.