Mr. Henry, una canzone al mese: nel 2024 l’album completo tra folk e post-rock

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VARESE – «Per un anno pubblicherò una canzone al mese: nel 2003 debuttai con “Lazily go through” e voglio festeggiare l’anniversario con un disco interamente fatto di singoli, così da essere sempre presente sui social: oggi il mercato discografico e il sistema della musica sono completamente diversi da come erano una volta». Come ha raccontato Mr. Henry, cantautore di Varese tra folk e post-rock (qui sopra in una foto di Andrea Raso), il progetto inaugurato oggi, lunedì 20 novembre, dal brano “Lonesome rise”, è un concept album incentrato sull’idea di “Nowhere”: «Non esiste un termine italiano corrispondente: per me è un non-luogo ambientato nella mente – un Nessun Dove – libero da limiti e costrizioni».

A ogni canzone è associata una foto

L’uscita su Bandcamp del primo singolo è stata preceduta da un countdown di illustrazioni sui social: «Si tratta di un album multimediale – ha spiegato il cantante e polistrumentista il cui vero nome è Enrico Mangione – e a ogni brano è stata associata un’immagine, per immergere l’ascoltatore ancora più profondamente nella sua atmosfera. Sto pensando a trasformarle in francobolli quando, alla fine del ciclo a ottobre 2024, i pezzi saranno pubblicati in formato cassetta insieme a un libretto con foto, testi e crediti; invece il blog che segue l’operazione, “A surreal guide to Mr. Henry’s journey into Nowhere” diventerà un fumetto».
I versi che accompagnano l’immagine pubblicata il 27 ottobre, per esempio, sono “un’infinita biblioteca di sussurri dove le parole stesse sognano un significato”: «Un altro dei concetti legati al Nessun Dove che è il fil rouge dell’album. Spesso le canzoni sono state buttate giù di getto e parlano di un luogo di solitudine, molto introspettivo. Non ha però un valore negativo, bensì di autoconoscenza, per esplorare sé stessi: “Preludes to Nowhere” è forse il disco più positivo che abbia mai scritto».

L’ispirazione da un edificio industriale di inizio Novecento

Tra le influenze principali di Mr. Henry, che su YouTube insegna come suonare con vari oggetti gli strumenti musicali e a sua volta ne ha ideati alcuni (un banjo a sei corde orizzontali suonato con un ventilatore e un clarinetto modificato che può emettere anche i suoni della tromba e della vuvuzela), «i primi nomi sono Robert Wyatt, Tom Waits, Scott Walker e i Necks; ma anche tutte le mie esperienze fatte con le sette note da quel primo disco del 2003, sia come solista che con band come Lucha Libre, Menimals, Dowlouders e Niton».
E l’ispirazione per “Preludes to Nowhere” è venuta girando in un edificio industriale dei primi del Novecento, “lo stesso luogo in cui ho registrato, mixato e completato tutto il progetto: il Laboratorio di Sperimentazione Sonora Nitön. È stato lì che ho capito che il Nessun Dove non è una località fisica, ma un territorio mentale, uno spazio in cui abbandonare la ricerca ossessiva della coerenza, la necessità di senso e abbracciare invece l’irresistibile richiamo dell’assurdo e dell’ignoto. Lo sforzo artistico di “Preludes to Nowhere” risiede proprio nella traduzione di questa rivelazione in suono e immagini”.

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“L’unico luogo che merita di essere esplorato”

Quanto alle nuove canzoni, alle quali ha contribuito Luca Martegani degli Xelius Project, Mr. Henry ha voluto ricordare che “hanno una struttura particolare: un’introduzione rapida, evanescente, seguita da una coda labirintica che continua a vagare senza trovare mai la strada di casa. Ogni composizione assume la forma di un frammento di una storia più grande, che vuole trasportare chi ascolta verso dimensioni alternative che sono diverse interpretazioni del Nessun Dove. In questo senso i preludi, fugaci ed enigmatici, fungono da sentieri, guidano chi ascolta attraverso il labirinto delle code: mondi interiori di possibilità infinite, dove le linee temporali si intrecciano e sfumano. Qui risiede il vero cuore pulsante di questo progetto: ‘Preludes to Nowhere’ è un viaggio nell’ignoto, dove la sola guida è la musica stessa. Lasciatevi quindi trasportare dove il Nulla prende forma e il Nessun Dove è l’unico luogo che merita di essere esplorato”.

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Mangione nei panni di El Toxyque con Luca Martegani e Zeno Gabaglio (live dei Niton al Black Inside, Lonate Ceppino)

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