No all’ospedale unico di Busto e Gallarate. Più salute, meno propaganda

Ospedale unico gallarate busto

Siamo fermamente contrari all’ipotesi, da anni intrapresa col parallelo declino delle funzionalità, della fusione dei due ospedali cittadini di Busto Arsizio e Gallarate, per farne uno unico, più piccolo, fuori dalle città. Il progetto dell’ospedale unico ha origini molteplici ma quello più concreto è il pessimo stato di conservazione e di adeguamento dell’ospedale gallaratese.

Il Sant’Antonio Abate è diventato parte dell’Asst Valle Olona solo cinque anni fa. E’ evidente che la dismissione dei due ospedali e il progetto del nuovo fossero chiaramente negli intenti della Regione, perché la struttura gallaratese era in stato di non buona conservazione e funzionalità a causa delle mancate manutenzioni dell’Asst Sette Laghi.

Questo può essere il criterio principale in base al quale dismettere delle strutture comunque funzionanti all’interno delle quali esistono servizi sanitari di eccellenza? Un ulteriore fattore che dovrebbe far pensare è quello riguardante le superfici degli ospedali dell’ASST Valle Olona. Il solo Ospedale di Circolo bustese ha una superficie interna al perimetro sanitario maggiore della somma dei tre colleghi, quelli di Gallarate, Saronno e Somma Lombardo: circa centomila metri quadrati contro gli 87 mila dei tre riuniti.

Come Verdi- Europa Verde delle città di Varese, Gallarate e Busto Arsizio proponiamo la costruzione del nuovo padiglione polichirurgico all’interno del perimetro dell’ospedale bustese, dentro al quale è immediatamente disponibile un’area edificabile di più di diecimila metri quadrati ai quali è possibile aggiungere una superficie analoga tramite la dismissione delle piccole strutture esistenti attualmente nel sedime di Busto Arsizio. In quanto alle capacità di letti e di reparti dei due ospedali, in essi ci sono interi reparti e numerose stanze di degenza chiuse da anni, ragioni per le quali la transizione alla riconversione operativa dei due ospedali cittadini non riveste caratteri di impossibilità.

Tra i numerosi motivi complementari alla nostra ferma opposizione a questo progetto ne descriveremo solo alcuni bastanti a dimostrare la necessità dei presidi ospedalieri esistenti nelle due città, pur nella diversificazione e parziale riunione delle funzioni svolte singolarmente.

Utilizzo di tecnologie rinnovabili e aumento del verde urbano

Chiediamo inoltre che la costruzione del nuovo padiglione polichirurgico all’interno del perimetro dell’ospedale bustese, sia all’avanguardia sia sotto l’aspetto dell’efficienza energetica, utilizzando tutte le possibili tecnologie rinnovabili (pannelli solari, fotovoltaici, geotermia, ecc.) con un impatto ambientale sostenibile, e che nell’area sia individuata un’area a verde urbano, che abbia la duplice funzione sia di abbattere i principali contaminanti atmosferici, come il particolato atmosferico fine (PM 2.5) , gli ossidi di azoto (NOx) dovuti prettamente dal passaggio degli autoveicoli che dal riscaldamento, che da un verde urbano che porti benefici dal punto di vista sanitario sia ai pazienti che vengono ospedalizzati che ai dipendenti dello stesso.

Area urbana con insufficiente trasporto pubblico

La realtà delle quattro città distese su quindici chilometri, da Gallarate a Legnano, vede cinque ospedali, tre pubblici e due privati, all’interno dei quattro comuni, di cui tre nei centri urbani e due nell’estrema periferia. Come Verdi crediamo nella corretta collocazione degli ospedali all’interno dei nuclei urbani, un’esigenza riconosciuta dalla scienza medica per il suo valore terapeutico: l’accessibilità dei congiunti e il calore della vitalità cittadina aiutano i pazienti nella guarigione. È pertanto deviante spostare fuori città gli ospedali non solo per le aumentate difficoltà di
collegamento e di presenza; non solo per l’aumento dei consumi energetici e dell’inquinamento derivante.

Informazione molto carente sul progetto e sulla compatibilità

Costruire un nuovo ospedale sarebbe un lavoro pubblico importante sul quale discutere con dati, numeri e opzioni trasparenti e partecipate dalla cittadinanza. Invece è stata quasi del tutto assente ogni informazione resa al pubblico tramite dibattiti, proposte e suggerimenti. Privarsi di due ospedali cruciali all’interno dei due grandi Comuni per eseguire un salto nel vuoto senza rete di salvataggio è un atto privo di giustizia sociale e denotante superficialità e assenza di democrazia. Esistono le leggi che tutelano il diritto all’informazione e alla partecipazione: queste devono essere applicate senza indugio in ogni procedimento pubblico.

Strada statale del Sempione: un’arteria da riqualificare

La civiltà dell’automobile ha cementificato gran parte delle aree naturali tra le due città con la costruzione di enormi mercati e centri commerciali fuori dalle porte. Il prezzo di questa estroflessione nelle periferie più lontane determina il deserto nelle città storiche, con gravissimi problemi di identità e di sicurezza urbana. Un’inversione di tendenza non è solo utile ma è obbligatoria per cercare di mantenere le città resilienti e moderne, capaci di comunità e di relazione. I progetti urbanistici in corso, oltre questo ospedale, sono quelli di aumentare il traffico per raggiungere queste aree esterne, ma attraverso un’arteria che dimostra inadeguatezza strutturale e assenza di servizio pubblico intercomunale. Né potrà aiutare la costruzione di altre nuove strade, cioè di successive distruzioni
dell’ambiente ecologico e naturale a difesa della salute collettiva.

Aeroporto: rischio connesso ai trasporti per eventi rilevanti

Oltre le ristrettezze delle vicende conseguenti al CoVid19, la sola realtà di Malpensa aumenta il carico sanitario di base per gli ottantamila viaggiatori ed i diecimila lavoratori giornalieri all’interno del grande aeroporto; questi erano i numeri dell’aeroporto fino allo scorso febbraio, numeri che si spera presto o tardi torneranno. Questi si sommano ai duecentomila residenti di Gallarate, Busto Arsizio, Castellanza e Legnano, i quattro comuni situati sulla strada statale 33 del Sempione e parimenti ospitanti quattro svincoli autostradali dell’autostrada A8 dei Laghi, così come sono sede delle stazioni lungo le ferrovie. Da queste infrastrutture di comunicazione e dai loro utenti giungono importanti problemi sanitari quali incidenti, inquinamenti, quarantene, rischi di ordine pubblico e criminalità;
problemi dai quali possono originarsi ingenti necessità ospedaliere alle quali far fronte.

Corridoio ecologico tra Ticino e Olona

Il proposto ospedale unico nei progetti delle giunte Maroni e Fontana viene collocato nella preziosa fascia boschiva e naturale tra il Parco del Ticino e quello del Medio Olona, terreno di salvaguardia e  filtro nella grande città allargata dell’Alto Milanese. Questa collocazione darebbe un colpo letale alla fauna e alla biodiversità presenti nelle reti ecologiche importantissime di questa area. I piani territoriali vigenti hanno vincolato da decenni questi terreni alle necessità ecologiche, su quali la Regione deve abbassare le pretese piuttosto che imporre la sua lunga mano autoritaria e contro il rispetto ambientale.

Verdi Varese, Busto Arsizio, Gallarate 

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