Numero legale in consiglio a Busto, il Pd non ci sta: «Il sindaco se la prenda con i suoi»

BUSTO ARSIZIO – «La verifica del numero legale? L’abbiamo chiesta perché c’erano numerose assenze tra i banchi della maggioranza. Il sindaco non faccia passare noi della minoranza come irresponsabili». Maurizio Maggioni, capogruppo Pd, non ci sta a subire il “giro della frittata” da parte del sindaco Antonelli dopo il “caso” della richiesta di controllare se c’erano i numeri per portare avanti la seduta del consiglio comunale. «I suoi colleghi consiglieri di centrodestra in provincia lo fanno abitualmente – la richiesta di verifica del numero legale – ma a Busto se lo fa l’opposizione Antonelli si straccia le vesti» aggiunge Valentina Verga, consigliere Dem e vicepresidente della Provincia, finita ancora una volta nel mirino degli attacchi del sindaco di Busto.

Il Pd contrattacca

Il caso non è chiuso. È il capogruppo Maggioni a rivendicare la legittimità dell’azione di ostruzionismo messa in atto dal Pd in primis: «Irresponsabili noi della minoranza? Il sindaco guardi in casa propria alle numerose assenze dei consiglieri di maggioranza – sostiene l’esponente Dem, riferendosi in particolare alla fila deserta di Fratelli d’Italia per oltre mezz’ora di discussione sulle linee programmatiche di mandato – in fase di valutazione delle presenze sono entrati in aula tre consiglieri di FdI che hanno fortunosamente consentito il numero legale». Per Maggioni dunque siamo di fronte ad un ribaltamento della realtà: «Le reazioni, prevedibili, del sindaco si sono rivolte alle minoranze, accusate di “giocare” mentre l’amministrazione “lavora”. Nulla ha avuto da dire nei confronti della sua maggioranza e del suo partito, che avrebbe dovuto garantirgli la possibilità di lavorare».

La nota PD sul voto sul teleriscaldamento

Il PD non è mai stato contrario al teleriscaldamento in tutte le occasioni nelle quali il Consiglio Comunale ha avuto modo di esprimersi. Per questo abbiamo approvato il suo sviluppo, avendo però avanzato un problema fondamentale per i cittadini di Busto: quello della proprietà e della gestione della rete di teleriscaldamento.
Il Sindaco, che come al solito fatica a riconoscere le ragioni degli altri, è in debito rispetto al Consiglio Comunale ed ai cittadini di risposte certe.
Il teleriscaldamento per il quale ora il Consiglio ha deciso pubblica utilità ed indifferibilità per consentire nei tempi l’utilizzo dei fondi del PNRR, non ha però ancora deciso quali saranno i rapporti tra Amministrazione Comunale e la futura proprietà della rete, avendo messo in vendita il 70 per cento delle quote di Agesp Energia.
Il Sindaco e la maggioranza sono stati capaci di dichiarare “storica” la delibera per l’utilizzo dei fondi PNRR ma non hanno ancora definito quale sarà il ruolo del Comune di Busto nei prossimi anni per il teleriscaldamento.
Piuttosto che dichiarare saccentemente la presunta ignoranza ed incompetenza della minoranza, il Sindaco dovrebbe attivarsi per permettere a tutti i Consiglieri e ai cittadini di conoscere tra i tanti e diversificati rapporti concessionari, convenzionali e diversi rapporti contrattuali che hanno messo in essere i Comuni italiani con le Aziende per il teleriscaldamento, quali sono quelli che si propone il Comune di Busto.
Per tutelare l’impegno e le risorse pubbliche spese per il teleriscaldamento dal Comune e dalla sua azienda (Agesp Energia) fino ad oggi, vogliamo che questa rete, anche con un’Azienda diversa che potrebbe essere prossima ad assumerne il controllo, sia assoggettata a tariffe, modalità contrattuali e a vincoli precisi e predeterminati con il Comune.

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