LEGNANO – Le hanno tolte senza che ne fossero pronte altre per sostituirle. Dopo le proteste, hanno accettato di rimontarle, lasciando però le cose a metà. Non c’è fine al peggio nella gestione delle barriere antirumore lungo l’autostrada A8. Come dimostrano le fotografie in questa pagina scattate ieri mattina, martedì 28 settembre, le paratie si presentano rimontate a metà in alcuni dei tratti autostradali che corrono vicini alle abitazioni di Castellanza, Legnano, Cerro Maggiore e Lainate, mentre in altri tratti sono del tutto assenti.
I conseguenti disagi erano stati lamentati nei mesi scorsi dai tanti cittadini che vivono a ridosso dell’arteria autostradale. I sindaci del territorio avevano raccolto le loro proteste, sollecitando la Società Autostrade ad accelerare la verifica delle condizioni delle barriere e la loro ricollocazione. L’unico risultato ottenuto è stata, due mesi fa, la decisione della società di ripristinare, ma solo in parte e provvisoriamente, le vecchie barriere fonoassorbenti a partire da metà agosto. E così è avvenuto, con i pietosi risultati che si possono vedere ora, e che si vedranno ancora a lungo. La sistemazione dei manufatti completi e definitivi, infatti, non avverrà prima dell’inizio del 2022. Insomma, un anno (almeno) senza quei dispositivi che integrano la funzione di protezione acustica con quella di protezione all’urto dei veicoli.
Operazione destinata a durare un anno
Tutta colpa della opinabile programmazione dei lavori decisa dalla Direzione di Tronco di Milano di Società Autostrade, all’indomani dello smontaggio delle paratie avviato su tutto il territorio nazionale. In particolare, per quanto riguarda l’Autostrada dei Laghi, i lavori sono cominciati all’inizio di quest’anno, lasciando “scoperte” centinaia di abitazioni per decine di chilometri sui due lati dell’A8 da Milano a Gallarate. Immediato il costante inquinamento acustico con cui devono fare i conti i residenti. E che il ripristino assai parziale delle barriere non ha certo risolto, senza contare i rischi di conseguenze più gravi nel caso di incidenti.
Restano aperti gli interrogativi sul senso di un’operazione gestita in questo modo, con tempi di esecuzione così lunghi, incuranza degli effetti sul territorio e rimedi tanto approssimativi. Chissà perché non si è proceduto pezzo per pezzo, ad esempio un chilometro alla volta, senza togliere altre barriere prima di aver ricollocato quelle tolte in precedenza, invece di toglierle tutte insieme, e per un anno intero. Ancora, resta da scoprire l’aumento dei costi dovuto alla ricollocazione temporanea di alcuni elementi delle paratie compiuta nella seconda metà dell’estate. E nel modo che tutti possono vedere.
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