Polveriera FdI Varese tra “vaffa”, richieste di espulsioni e di dimissioni

La sala di Fratelli d’Italia quieta prima della tempesta

VARESE – Mal destra. Anzi, maldestra. Non si potrebbe definire in altro modo la riunione di ieri sera (lunedì 4 aprile) di Fratelli d’Italia. Incontro che avrebbe dovuto ricucire, rilanciare e far ripartire l’azione di un circolo sfiancato dagli screzi e dalla polemiche interne, oltre che da un risultato elettorale sotto le attese. E che invece ha segnato la rottura, plateale, di un pugno di militanti che hanno abbandonato la sala salutando la compagnia con un inequivocabile “vaffa”. Invito che non ha scalfito la linea del partito, presente al gran completo dal vertice regionale in giù.

Ferri corti

Lo show è andato in onda in presa diretta davanti a Daniela Santanché, presidente regionale dei meloniani, arrivata in città per sancire la pace tra i Fratelli e che lascia il capoluogo di provincia un paio d’ore più tardi e dopo aver visto volare stracci e coltelli. E qualche insulto. Insomma una polveriera. Con la brace che covava da mesi sotto la cenere. La peggior percentuale elettorale del Varesotto ha avuto l’effetto del mantice. Risultato: nel circolo dei Fratelli varesini sono divampate fiamme e scintille a non finire. Un incendio politico che, al termine della riunione, i vertici provinciali dicono (o sperano sia) ormai spento.

Ma non sarà così. Perché la richiesta di prendere provvedimenti messa sul tavolo dal commissario cittadino uscente Giuseppe De Bernardi Martignoni nei confronti di Salvatore Giordano (ex segretario cittadino, ormai in rotta con il partito) e le dichiarazioni dello stesso Giordano sono benzina sul fuoco. Sopito, ma non spento. E che potrebbe divampare di nuovo, perché i Fratelli “ribelli” hanno promesso: «Non finisce qui».

Frase che è tutto un programma. Come tutto un programma sono i contenuti dell’intervento che Giordano ha iniziato a leggere senza mai concludere davanti alla platea di militanti per via di un paio di interruzioni da parte dei presenti. Intervento che avrebbe dovuto concludersi con la richiesta di dimissioni di Andrea Pellicini. «Un partito è fatto di pluralità – ha spiegato Giordano – ma qui c’è qualcuno che ha troppi incarichi nella conduzione del partito. Adesso valuteremo le prossime mosse».