Pro Patria, il ritorno di capitan Serafini: “State vicini alla squadra”

PRIMAVERA 3: LA PERGOLETTESE DI NONNO TEO SUPERA LA PRO

VANZAGHELLO – Un capitano è per sempre. E Matteo Serafini, anche alla guida della Primavera 3 della Pergolettese – corsara sabato sul campaccio di Vanzaghello (0-1 sulla Pro Patria di Gentilini con gol di Sartori su rigore) – avrà sempre i colori biancoblù nel cuore.

“Questo è poco ma sicuro: del resto Busto e la Pro Patria per me significano casa“.

Ed in effetti a Vanzaghello, oltre allo Zio Giampa (all’anagrafe Giampaolo Calzi), sono stati diversi i tifosi biancoblù venuti appositamente a salutare Nonno Teo, sempre più protagonista con la sua Pergolettese, seconda in classifica alle spalle della corazzata Modena e ancora imbattuta in campionato:

“Stiamo in effetti disputando un’ottima stagione, considerando che la squadra è composta tutta da giocatori della zona. Anche con la Pro Patria, pur non creando tantissime occasioni, abbiamo però imposto la nostra idea di gioco, impiegando un 2007 e un 2008 (rispettivamente Lecchi e Venazzi, di cui si dice un gran bene – ndr), meritando la vittoria”.

Presto quindi vedremo Serafini su una panchina di LegaPro?

“Ci spero: del resto sto lavorando per questo. Dopo cinque anni da allenatore, mi sento sempre più pronto: adesso ho una visione differente e più completa del ruolo. E sto anche cercando di portare avanti una mia idea di calcio, ben sapendo che questa professione è in continua evoluzione”.

Che consigli si sente di dare a mister Riccardo Colombo che invece sembra stia ancora pagando lo scotto del noviziato?

“Non spetta a me dare consigli a nessuno, figuriamoci a Riccardo. Per l’esperienza personale vissuta, avendo esordito anch’io allenando una prima squadra seppur in serie D, posso soltanto dire che passare dal campo alla panchina non è stato e non è assolutamente facile. Pur dovendo ripartire daccapo, i successivi anni di gavetta nel settore giovanile, prima alla Feralpisalò poi alla Pergolettese, mi hanno permesso di completare quel percorso necessario sia per gestire l’emotività mia e del gruppo di lavoro, sia per affinare un metodo e un’idea di calcio. Un tassello che non può essere insegnato in aula a Coverciano, ma che fa parte di quel vissuto che ognuno di noi si deve fare nella quotidianità del campo e degli spogliatoi, facendo tesoro dei feedback”.

Se ha visto la Pro Patria giocare, cosa si sente dire ai tifosi biancoblù?

“Quando riesco, non mi perdo una partita della Pro. Ai tifosi mi sento di dire di stare più vicino possibile alla squadra, aiutandola e sostenendola. In questi momenti – e ai miei tempi ne abbiamo passati diversi – occorre avere equilibrio, mettendo il patrimonio Pro Patria davanti a tutti con un unico obiettivo comune: preservare la categoria”.

Pro Patria Serafini – MALPENSA 24