Provincia, Ghiringhelli dà il foglio di via a Barcaro: espulso dal gruppo Lega

VARESE – Lega ad alta tensione a Villa Recalcati. Il capogruppo Sergio Ghiringhelli espelle Alberto Barcaro dal gruppo del Carroccio. Però, da quel che si dice, il regolamento del consiglio provinciale non contempla la cacciata. L’abbandono di un gruppo può avvenire solo su decisione libera e volontaria del consigliere. Di conseguenza, il leghista disobbediente continuerà a essere contemplato tra le fila della Lega. Certo, sarà curioso vedere cosa accadrà e dove siederà Barcaro nella seduta consigliare del prossimo 28 aprile.

Il “Ghiro” non dorme

Ruspante. Sergio Ghiringhelli, leghista dai modi spicci, si è confermato tale sentenziando l’espulsione di Alberto Barcaro, reo di aver disatteso gli ordini di partito e di aver accettato le deleghe dal presidente Magrini. E siccome il segretario provinciale, Andrea Cassani, ebbe modo di dire che “Chi non segue la linea è fuori”, all’ortodosso Ghiringhelli non è parso vero di applicare la costruzione assoluta del “detto fatto”. Anche se al momento si può parlare solo di un: “detto scritto”.

L’espulsione, infatti, è solo sulla carta. Ovvero nella comunicazione inviata al nuovo segretario generale dell’ente. Lettera, sussurra qualcuno, firmata solo da tre consiglieri del gruppo. In calce alla cacciata di Barcaro dal gruppo mancherebbe anche la firma di Emanuela Quintiglio. Che, a dirla tutta, non è leghista (e forse non è nemmeno più di Lombardia Ideale), ma continua a essere una dei cinque consiglieri eletta in quota Lega.

E quindi?

Pasticcio. Nel senso che il Carroccio provinciale ha già detto tolto la militanza a Barcaro e il gruppo consigliare di Villa Recalcati gli ha dato il foglio di via. Ma se nel primo caso la questione è tutta interna al partito, nel secondo c’è di mezzo un regolamento che stoppa il taglio del consigliere. E, continuano i ben informati, i toni ruvidi di Ghiringhelli in sede di commissione non sono serviti a smuovere la posizione del segretario generale, il quale, a fronte di un capogruppo che chiedeva di riconoscere l’espulsione, non ha fatto un plissé regolamento alla mano. Decisivo quindi sarà quanto accadrà (o non accadrà) nel prossimo consiglio provinciale.