Regionali, c’è l’accordo Pd-Cinque Stelle. Ma +Europa non ci sta

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MILANO – Torna l’alleanza giallorossa. Torna in Lombardia in vista delle elezioni regionali di febbraio: Partito democratico e Movimento Cinque Stelle correranno assieme, uniti nel tentativo di conquistare un successo che manca da ben 28 anni, da quando il centrodestra ha cominciato a dominare lo scenario politico lombardo. L’annuncio dell’accordo (le trattative sono cominciate alcune settimane fa) è stato dato da Piefrancesco Majorino, il candidato alla presidenza proposto dai dem. Un annuncio che però attende ancora l’avallo dei Pentastellati che domani, venerdì 16, si esprimeranno sulla piattaforma Skyvote. In altri termini, sarà una sorta di referendum in perfetto stile M5S. Ma sull’esito della consultazione nessuno pare avere dubbi: senza un sì convinto si spianerebbe la strada alla riconferma elettorale facile di Attilio Fontana e, appunto, del centrodestra.

Si rafforza il Terzo Polo?

Attenzione, però: dalla coalizione di centrosinistra si sfila +Europa che, fin dall’inizio, aveva dichiarato di non voler avere nulla da spartire con i Cinque Stelle. Un’uscita che potrebbe portare linfa al Terzo Polo, nel quale è schierata, sempre come candidata alla presidenza, Letizia Moratti. Le pressioni affinché +Europa si accasi da quelle parti sono molto forti. Si vedrà.

I termini dell’intesa

Nel frattempo è andata consolidandosi l’intesa giallorossa. Dichiara Majorino: “Con il M5S il dialogo è partito dalle idee e dai contenuti e non era scontato. Ma ora posso dire che ci siamo: il confronto ha avuto buon esito. Nelle prossime settimane presenterò un programma che avrà al suo interno anche i punti concordati con il M5S e questa è una buona notizia». Dal canto suo, Giuseppe Conte, leader pentastellato, fa sapere: «Credo sia giusto sottoporre alla votazione degli iscritti lombardi la valutazione del tavolo di confronto che c’è stato e acquisirne il parere su una direzione da prendere per una proposta competitiva». Insomma, prima di ufficializzare l’accordo per i Cinque Stelle c’è un passaggio ritenuto ineludibile: la consultazione della base. Ma la direzione, come la definisce Conte, appare davvero obbligata.

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