Rumore a Malpensa, realtà o ossessione?

rumore aerei malpensa

Quasi non passa giorno senza leggere sulla stampa locale i lamenti degli estremisti che considerano Malpensa una specie di drago malefico, causa di ogni male del territorio circostante. Sembra quasi una serie a puntate horror, pur se noiosa e ripetitiva.

Chiude una pista ai decolli per qualche settimana? Quando riapre casca il mondo, “è insopportabile”, anche se è esattamente quella che era il mese prima. Chiuderà Linate la prossima estate? Si inizia a piangere adesso, Dio solo sa che cosa si dovrà sopportare nei tre mesi di chiusura.

Il traffico cresce? Signora mia, dove andremo a finire? Bisogna mettere dei limiti. Il Sindaco non si lamenta di Malpensa tutti i giorni? Non va bene, come se non avesse cose più importanti da fare per i suoi amministrati.

La superstrada 336 scoppia? Colpa di Malpensa, ma nessuno vuole la ferrovia T2-Gallarate che sgraverebbe un po’ dal traffico che, lo sappiamo tutti, è in gran parte traffico locale del territorio, non legato all’aeroporto. Infatti in direzione del casello di Marcallo-Mesero dell’A4 non ci sono mai problemi, un po’ perché quel pezzo di superstrada è più recente e meglio costruito, un po’ perché ha decisamente meno traffico locale.

Il collegamento ferroviario T1-T2 ha dato la possibilità a molti di andare a Milano più facilmente, usando il parcheggio al T2? Tutti zitti, anzi si lamentano quelli che da Busto in poi trovano il Malpensa Express già pieno di passeggeri aeroportuali nei posti a sedere.

Gli hotel erano vuoti? Colpa di Malpensa che andava male e aveva tradito le attese del territorio. Ora che sono più pieni, perché Malpensa va meglio, non se ne scrive più una riga.

I Comuni della sponda piemontese del Ticino lanciano strepiti perché non viene riconosciuto anche a loro una specie di stato di calamità, peccato che su di loro gli aerei passino, quelli che lo fanno perché solo una parte dei decolli finisce da quelle parti, sorvolandoli già alti, così che il rumore è molto attutito.

La trama della serie è che le cose vanno male e vanno sempre peggio, ma l’atteggiamento un po’ isterico rifiuta di fare i conti con la realtà dei numeri.

Innanzitutto che cosa stabilisce se il rumore generato dagli aerei di Malpensa è troppo alto? I limiti di legge, non le orecchie della signora Maria di Castelletto sopra Ticino, provincia di Novara. Ci sono le centraline che controllano il rumore, controllate dalle autorità. Dicono che resta nei limiti prescritti e allora il complottista ossessivo è certo che ci sia un imbroglio e che SEA trami a danno delle orecchie degli abitanti.

Restano due considerazioni importanti, la prima è che gli aerei di oggi sono molto meno rumorosi di quelli di venti o di dieci anni fa. Il rumore di un aereo di ultima generazione come l’Airbus A320neo è una piccola frazione di quello che veniva generato dagli MD80 che erano il grosso della flotta di Alitalia ai tempi dell’hub. Quel tipo di aerei non vola più, sono pezzi da museo e infatti se ne può ammirare uno ex Meridiana a Volandia.

La seconda considerazione, in risposta a chi sostiene che va sempre peggio, è che, dati Assaeroporti alla mano, il numero dei decolli e degli atterraggi a Malpensa è stato di 178.953 nel 2017.

Nel 2007, ultimo anno di piena operatività dell’hub Alitalia ce n’erano stati 267.941, cioè ben il 50% in più e ricordiamo che si trattava di aerei molto più rumorosi.

Quindi sì, gli aerei in decollo non fanno musica come l’orchestra della Scala, ma si tratta di rumore entro i limiti di legge ed è molto, molto inferiore a quello di soli dieci anni fa. La sostituzione degli aerei con modelli più recenti e più silenziosi è un progresso che non può essere ignorato, mentre lo stesso non si può dire del rumore prodotto dai camion che passano sotto le finestre di chiunque.

Se gli estremisti non accetteranno mai di discutere di numeri, la popolazione non deve lasciarsi trascinare dalla loro irrazionalità.

Marco Giovanniello
Aeroporti Lombardi

rumore aerei malpensa – MALPENSA24