Samarate, aria di crisi. Il bilancio agita la maggioranza

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SAMARATE – Maggio volge al termine, sono passati praticamente sei mesi dall’inizio del 2022. E se molti Comuni – tutti, di fatto – hanno già approvato il bilancio di previsione, Samarate ancora non dà segni di un incontro in aula per mettere al vaglio del consiglio comunale il documento più importante. La domanda vien da sé: perché? A quanto pare una risposta c’è. Ed è tutta politica. Secondo i beninformati, la maggioranza a trazione leghista sembra navigare in acque burrascose. Il Carroccio, primo partito in città di cui fa parte anche il sindaco Enrico Puricelli, lavora per evitare che divergenze interne si trasformino in uno strappo. E la lista civica, che porta il nome del primo cittadino, non sembra passarsela meglio. Insomma: è crisi?

I precedenti e oggi

La situazione è quantomeno anomala, segnali che qualcosa non stia funzionando si stanno ripresentando ciclicamente. Un passo indietro: lo scorso ottobre, in aula, i leghisti Maurizio Brambilla e Claudio Verga si sono astenuti sulla variazione al Piano opere pubbliche. Punti di vista differenti che hanno mostrato segni di cedimento. Nemmeno un mese dopo, un nuovo scossone in veste “Enrico Puricelli per Samarate”: il civico Domenico Trimboli non si è presentato in consiglio comunale. Una scelta legata a un Piano di diritto allo studio – in particolare – che proprio non lo aveva convinto. In questo scenario, il primo cittadino aveva provato a gettare acqua sul fuoco, predicando calma e scacciando i rumors di una crisi. Se di rumors si trattava. Sì, perché oggi la Lega sembra zoppicare ancora. L’ultimo episodio è dello scorso 29 aprile, ancora una volta in aula. La maggioranza ha bocciato la mozione sull’area cani presentata dal Movimento Cinque Stelle. Tranne uno: Brambilla, anche a questo giro, si è astenuto.

Posizioni distanti

La turbolenza, dunque, è evidente. E non solo in casa Lega, ma anche con i vicini più stretti. Sembra che le insofferenze all’interno della lista civica di maggioranza stiano cominciando a emergere. Opinioni diverse non trovano un punto in comune, rischiando di lacerare i rapporti che oggi sono appesi a un filo. E lo stesso vale anche per i legami col Carroccio, dove pare che le distanze si stiano allungando.
Anzi, proprio all’ultimo consiglio comunale è stato necessario chiedere alla minoranza di restare in aula, altrimenti, con i soli rappresentanti di maggioranza, non si sarebbe raggiunto il numero legale. Chiaro che i motivi possono essere diversi. Ma la situazione politica attuale lascia intravedere che qualcosa non stia andando per il verso giusto. E con un bilancio ancora non approvato a maggio, le ripercussioni a Palazzo finiscono per ripercuotersi anche in città. Lo spettro dell’immobilismo è dietro l’angolo.

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