Samarate, il Caffè Teatro si prepara al “Ritorno del Grande Max”

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SAMARATE – «“Cena” una volta il cabaret: quello che proporrò al pubblico ai tavoli sarà un viaggio nella storia dei Fichi d’India». In occasione delle riprese per il teaser, a cura di Mario Digiglio e Giancarlo De Angeli, Max Cavallari ha illustrato alcuni particolari dello serata che il 22 marzo saluterà il suo ritorno sul palco del Caffè Teatro di Samarate. «Lo spettacolo ripercorrerà trentacinque anni di carriera con una serie di personaggi, tutti uniti da un filo logico, interdentale», ha scherzato durante il soundcheck dell’EK Trio. «Naturalmente ricorderò Bruno con qualche aneddoto. E voglio coinvolgere molto il pubblico».

Il profumo della storia

«In questo posto si sente il profumo della storia», ha commentato Cavallari – che ama definirsi «un bambino in giro da cinquantanove anni» – osservando ieri, mercoledì primo marzo, insieme a Valerio Marini, autore delle sue locandine, le foto dei tanti comici e cabarettisti che si sono esibiti nello storico locale di Verghera. «Qui mi sento a casa, essendo io di Varese considero gli abitanti di Samarate dei miei vicini. Le origini dei Fichi d’India sono negli oratori: mi piace stare in mezzo alla gente, mi ha dato tanto quando Bruno è stato male e ora voglio ricambiare».

Il film in preparazione per l’estate

Tra gli altri progetti in corso c’è “Only fun!”: «Nella prima puntata della trasmissione ci sarà un pezzo sulle televendite, più avanti proporrò un nuovo personaggio che piacerà sicuramente perché molto “Fico d’India”». Giudizio più che positivo per la conduzione di Elettra Lamborghini e i Panpers: «Voglio assolutamente lavorare ancora con loro, mi piace fare squadra. Inoltre ora è in preparazione per l’estate un film con Enzo Decaro, che fu parte del gruppo La Smorfia, in cui ci sarò anch’io. Interpreterò un postino, un ruolo che è mi piaciuto molto perché mi ricorda il grande Massimo Troisi».

Un carcere in condizioni migliori

«Il mio sogno per il futuro riguarda il carcere dei Miogni». Come ha spiegato l’attore, comico e cabarettista cresciuto nel quartiere della Brunella, sebbene ora viva a Laveno ha mantenuto un forte legame con Varese: «Tra le aree degradate in città che più hanno bisogno di un intervento per me spicca quella di via Morandi, vicina a scuole e asili. In passato ho insegnato teatro e recitazione ai detenuti di Opera, io e Giancarlo Bozzo una volta eravamo riusciti anche a portarli a Zelig. A tanti di loro ho promesso che mi sarei battuto su questo fronte. Ma ogni volta che sembra si possa fare finalmente qualcosa, è come se dicessero “ci vuole ancora un secondino”».

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