A Busto il libro di Max Cavallari: «Quando becco Bruno gliene dico quattro»

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Alessandro Albani e Max Cavallari

BUSTO ARSIZIO – «È un libro divertente ma non ho potuto farlo leggere a Bruno perché lui come al solito mi fa ’sti scherzi, è morto prima che fosse pubblicato. Adesso quando lo beccherò gliene dirò quattro». In “Non spegnere la Luna”, che martedì 28 febbraio presenterà alle 18 alla Ubik di Busto con il consigliere comunale Alessandro Albani, Max Cavallari ha ripercorso la sua vita e il pensiero non può che andare all’amico, scomparso nel 2022, con cui ha fondato il famoso duo comico varesino dei Fichi D’India. «Sono felice che Max torni a Busto dopo aver collaborato al mio corto contro la violenza sulle donne – rivela Albani – è un attore di grande talento ed è sempre un onore invitarlo nella nostra città».

Una frase come talismano

«È un libro che avevo iniziato a pensare, insieme all’autore comico e amico Roberto Stoppa, quando Bruno era malato: avrei raccontato le cose realizzate insieme e le mie esperienze. Il titolo è nato dal fatto che, quando era ricoverato in coma, c’era dietro questa Luna gigante. La frase ricorrente era “non spegnere la Luna, ce la facciamo”: ha portato fortuna, perché poi ne era uscito, e la ripeto tutt’ora ai fan in ogni serata, “non spegnete la Luna, si va avanti”. Tra le pagine parlo insomma di un po’ tutta la mia vita – ho lavorato come fabbro, camionista e in stamperia – e i miei familiari, l’oratorio, come ho conosciuto Bruno. C’è anche un aspetto originale: grazie a un QR Code è possibile guardare gli spettacoli dal vivo a cui il libro fa riferimento. So che tanti giovani lo leggono e questo mi fa piacere».

“Fico si nasce”, “Only Fun!” e il Caffè Teatro

“Fico si nasce”, spettacolo che Cavallari sta portando in scena ora, rende omaggio a Bruno Arena: «Canto una canzone, “Da soli mai”, che gli dedico perché è sempre con me: nelle parrucche, nelle mie esibizioni, nelle mie battute e nelle mie frasi. Adesso partecipo anche a “Only Fun!”, trasmissione condotta da Elettra Lamborghini e dai Panpers in cui interpreto uno dei personaggi “Ahrarara”, e lui c’è sempre. Infatti ne è in preparazione uno nuovo, che apparirà nella seconda e terza puntata dello show: al momento non posso rivelare nulla ma sarà sulla scia dei Fichi D’India. Sono appena stato a Zelig e il 22 marzo salirò sul palco del Caffè Teatro perché sono molto amico della Goletta di Bruno Zonfrillo e di Maurizio Castiglioni, che ha fatto la storia del locale a Samarate. Manco da vent’anni, io e Bruno avevamo iniziato lì nel ’95 e poi non ci sono mai più andato, quindi è un grande ritorno».

Come nascono i personaggi

«Con lo spettacolo “Fico si nasce” – ha spiegato Cavallari – racconto come nascono i personaggi della mia storia dei Fichi d’India, come prendono vita le loro movenze. È una specie di scuola, di studio sulla loro creazione, sulla maschera e sulla commedia dell’arte, dove poi metterò in scena i personaggi stessi. Ci sarà “Da soli mai”, e certamente un’ospite, che porto sempre con me, come la cantante che ha scritto “Non spegnere la Luna”, canzone dedicata a Bruno; l’altra è invece opera di Vincenzo Incenzo, che è stato autore per Renato Zero, Patty Pravo e Michele Zarrillo. La conclusione sarà in mezzo alla gente, con il “tichi-tic” eseguito insieme al mio pubblico».

I comici migliori

Per Cavallari i comici migliori oggi «sono quelli che hanno il ritmo, perché la comicità è cambiata: è importante averlo perché siamo davanti a una televisione e continuiamo a cambiar canale. Penso che Angelo Duro sia un comico avanti, e un ragazzo intelligente, perché comunque devi dire delle cose. Mi piace Max Angioni delle Iene e poi, comunque, i comici che hanno ritmo perché, ripeto, la comicità è assolutamente cambiata. Oggi c’è anche bisogno di ridere di pancia, secondo me la satira è un po’ morta: ormai abbiamo parlato di tutto e ci sono i politici che fanno più ridere di noi, quindi è diventata molto difficile. Allora evviva la risata di pancia, evviva la cavolata che, insomma, fanno oggi i giovani. Ce ne sono tanti ed è giusto dare loro spazio».

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