Giornalismo in lutto: è morto Pierfausto Vedani. Il ricordo di Massimo Lodi

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Pierfausto Vedani

VARESE – Il giornalismo varesino è in lutto: quest’oggi, domenica 26 febbraio, è morto Pierfausto Vedani, 91 anni. Maestro di giornalismo, è stato direttore della Prealpina dal 1983 al 1986 al culmine di una carriera che lo ha visto protagonista a Varese e in tutta la provincia per più di un ventennio sempre nel giornale di viale Tamagno. Nel novembre scorso era improvvisamente scomparsa la moglie Maria Concetta.

Vedani aveva cominciato l’attività di giornalista all’Ordine e successivamente alla Provincia di Como. Nella Città Giardino, dopo aver lasciato La Prealpina, ha collaborato sia con Varese News sia con Rete55.
I funerali saranno celebrati martedì mattina, 28 febbraio, a Casina, in provincia di Reggio Emilia.
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Addio al cardinale laico

di Massimo Lodi

Era il nostro Cardinale. Chiamato goliardicamente così, all’inizio degli anni Settanta, quando da apprendisti del giornalismo frequentavamo la scuola della “Prealpina”. Perché di scuola si trattava, e lui era uno dei grandi, temuti/bonari, venerati maestri: come si allerta la curiosità per la vita pubblica d’ogni giorno, come si riferisce e cesella un fatto, come ci si relaziona con le fonti d’informazione, come si sta lontani dalle lusinghe del potere. Eccetera. Breviario laico recitato non da un qualunque sacerdote della notizia, ma da un’eminenza autorevole: il cardinale, appunto.

Cardinale anche in virtù della perizia a intrattenere rapporti con le persone. Sempre sottile, felpato, astuto. L’arte della diplomazia s’accompagnava alla professionalità nell’esercitare un mestiere da lui inteso come modo di vivere, e condìto dalla necessaria dose d’allegria (era un principe degli scherzi). Questo insegnava a chi era stato preso dall’idea un po’ folle di dedicarvisi: rifletti bene prima di continuare su questa strada, ma se non torni indietro devi avere chiaro che sarà una corsa con regole precise, ferree, per sempre.

Per sempre, adesso, è lui: Pier Fausto Vedani, 91 anni, ci ha lasciati. Da alcune settimane si era trasferito a Casina, patria emiliana della carissima moglie Maria Concetta, che lo ha di poco preceduto nel Grande Viaggio. Quindici giorni fa, in una telefonata difficile a causa della voce debolissima di lui, confidò la speranza di raggiungerla in fretta. “Ci rivedremo presto e sarà una gioia”. Ci piace pensarli nella letizia.

Vedani, finiti gli studi classici e iniziata senz’entusiasmo l’Università, cominciò la gavetta giornalistica a Como. Come molti degl’intrigati da questa vocazione, fece il cronista di nera e giudiziaria, raccontò vicende amministrative, scrisse tanto di sport, branca di sua speciale competenza. In pochi han mostrato un eguale talento a proposito di calcio e basket. Proprio il basket fu pronubo delle nozze con Varese: Mario Lodi, allora direttore dello storico quotidiano locale, chiamò Pier Fausto alla Prealpina in omaggio alla frequentazione sulla tribunetta stampa della Casa dello Sport di viale 25 aprile. Qui i due avevano familiarizzato, essendo Vedani l’inviato della Provincia a seguire le partite della Pallacanestro Cantù contro l’Ignis. Dalla stima e dall’amicizia nacque un rapporto collaborativo che sarebbe durato a lungo, senza mai uno screzio.

Lasciata la Prealpina, si dedicò al Luce, a Rete 55, a Varesenews, a RMFonline. Svolgendo una funzione critica preziosa al servizio della città di cui era diventato figlio adottivo: rilievi politici, proposte innovative, annotazioni di costume. Il tutto nel segno del richiamo garbato, della leggerezza argomentativa, dell’umanità di fondo. Proprio in ragione di ciò si può dire che Vedani non abbia avuto nemici, e il suo più affezionato amico sia stato il lettore. Detto senza logora retorica, come può testimoniare chi ha avuto la ventura/la fortuna d’apprezzarne l’eccezionale stigma di comunicatore.

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