Samarate, l’aumento Irpef divide i civici di maggioranza. Scontro Trimboli-Caligiuri

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SAMARATE – «La dichiarazione ha di fatto rappresentato un’auto estromissione dal gruppo maturata da tempo, che ha trovato in questa occasione il modo poco elegante e fuori luogo per essere espressa». La lista civica di maggioranza “Enrico Puricelli per Samarate” trema. L’aumento dell’Irpef resta il principale motivo di discordia al suo interno. Tanto che il capogruppo Domenico Trimboli e i coordinatori Marco Bonacina e Franco Macchi prendono atto della decisione presa in consiglio comunale dalla collega Rossella Caligiuri, presidente del consiglio. Lei: favorevole all’incremento della tassa, segno di fedeltà al sindaco e alla giunta. Trimboli: astenuto, non convinto che fosse la giusta direzione da prendere. Quindi: si perdono pezzi?

Crisi in maggioranza

In ordine: lo scorso consiglio comunale ha dato evidenza dei mal di pancia che da tempo fermentano nella maggioranza. La Lega resta unita ma solo per facciata, i malumori si sentono eccome. Sono proprio i fratelli della lista civica a confermarlo: «Non è certo un caso che nelle fila della Lega siano mancati, al momento del voto in consiglio, la presenza di due consiglieri di maggioranza (Laura Moi e Maurizio Brambilla) oltre ad un voto favorevole del consigliere Claudio Verga ma con una dichiarazione molto critica nei confronti dell’amministrazione, segnali inequivocabili di problemi noti ma non ascoltati per tempo». Nel frattempo, i civici prendono direzioni opposte, mandando segnali di instabilità che ora sembrano portare alla rottura. In una nota i tre esponenti – Trimboli, Bonacina e Macchi – approfittano per ricapitolare i passaggi che hanno portato a prendere le distanze dalla maggioranza. E tirano le somme.

La posizione civica, a metà

Così Trimboli: «Purtroppo Caligiuri, nostro esponente, ha preso una posizione diversa effettuando una dichiarazione di voto favorevole all’addizionale Irpef, come senso di responsabilità per la carica di presidente ricoperta che nulla ha a che vedere con il giudizio che ogni consigliere può esprimere in relazione al proprio mandato». La premessa di tutto: «É buon uso che ad ogni aumento di una tassa corrisponda un miglioramento dei servizi di un’amministrazione che abbia a cuore il bene comune». In questo senso, il voto in consiglio lo testimonia: «Anche negli anni precedenti era avanzata l’ipotesi di procedere con l’aumento dell’addizionale ma un confronto serrato all’interno della maggioranza e la condivisione di alcune soluzioni hanno fatto si che il bilancio fosse sostenibile anche senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini».

«Lo stesso errore negli anni»

I due coordinatori di lista: «Sono state proposte altre soluzioni, sia per le spese che per le entrate, che evidentemente non sono state ritenute solide ai fini della quadratura del bilancio di previsione». La decisone di aumentare la tassa «non ci trova d’accordo: si continua a ripetere lo stesso errore degli anni precedenti, cioè non ci si preoccupa di tenere sotto controllo la spesa, ma solo di incrementare le entrate controbilanciando l’aumento di spesa e giustificando questa soluzione come l’unica possibile». Uno dei motivi principali, come già spiegato in aula, è legato all’assunzione del personale, che «ribadiamo sia urgente e necessaria, ma nello stesso tempo siamo convinti che per questa spesa non sia necessario un aumento delle entrate». Perché questa scelta? «Il nostro senso di responsabilità è stato tale da garantire in consiglio comunale il numero legale, esprimendo l’astensione a cui si è arrivati con una sintesi delle diverse posizioni all’interno del gruppo e che vuole essere uno stimolo per affrontare con energia e spirito critico propositivo i problemi dentro la maggioranza, che necessita di una ripartenza nel segno del cambio di passo».

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