San Vittore Festival, la cultura che avvicina all’immenso

di Guido Bonoldi*

Nella nostra bella basilica di San Vittore, mirabile esempio di barocca eleganza, dove è anche avvenuta la celebrazione eucaristica in onore del Santo Patrono, ripenso al San Vittore Festival, che si è concluso proprio qui l’altra sera con il Requiem di Gabriel Fauré.

Guido Bonoldi

La persona rinasce da un incontro” è stato il motto che abbiamo scelto per questa seconda edizione e l’incontro, come ha ricordato Monsignor Panighetti, ha rappresentato il contenuto fondamentale di quanto abbiamo vissuto in questi giorni e, sinteticamente, lo definirei così: amici che attraverso la loro arte ed il loro impegno ci hanno permesso di incontrare altri grandi personaggi, che ci sono diventati familiari. Nell’incontro, infatti, uno più uno non fa due ma cento: il centuplo di cui ci parla Gesù nel Vangelo. Abbiamo iniziato il 29 aprile con la mostra su Monsignor Enrico Manfredini a Varese: “E venne un uomo nuovo”; attraverso la mostra Giulio, Carlo, Anna, Paola ed Andrea ci hanno fatto conoscere l’ardore missionario che animava Enrico Manfredini e la sua attenzione a tutte le dimensioni del vivere, la famiglia, l’educazione, il lavoro, la carità, lo sport. 

Poi venerdì sera è stata la volta di Italo Calvino e del suo viaggio, come lo ha definito Enzo Laforgia, nella terra incognita del Cottolengo di Torino, alla scoperta di una dimensione nuova del vivere: l’amore. Il talento di Andrea Chiodi ci ha resi compagni di viaggio del grande scrittore, sospesi ad ogni parola, con una intensità sorprendente. 

Domenica mattina, al termine della solenne liturgia in onore del Santo Patrono la sorpresa di fare la conoscenza di Maria Dolores Segalés Duran, nominata “mamma dell’anno” 2024 dalla lungimiranza della Famiglia Bosina e del suo Presidente, Luca Broggini: dopo la premiazione la signora Maria Dolores, da poco varesina di adozione, madre di otto figli sparsi per il mondo, ha preso brevemente la parola, comunicando una ventata di signorile letizia e portando i saluti della “madre más bella del mundo, la Virgen María”. 

Lunedì 6 maggio, in un teatro gremito di pubblico, la protagonista è stata Santa Rita da Cascia, la donna dell’impossibile, la cui vita intensa, dolorosa ed appassionata, ci ha raggiunto e coinvolto, grazie alla musica, al canto e alla danza di una piccola opera musicale, composta da Silvio Scarpolini e magistralmente interpretata dalla compagnia Splendor del Vero. Nella serata finale siamo stati avvolti ed innalzati dal Requiem di Gabriel Fauré, eseguito dall’Orchestra Sacro Monte diretta da Riccardo Bianchi e dai cori Josquin Desprez e Sine Nomine, che non termina nel sepolcro ma in Paradiso, “come una lieta liberazione, un’aspirazione alla felicità dell’aldilà” per usare le parole del compositore. L’esperienza che più di 1700 anni fa ha fatto il nostro Patrono San Vittore, il quale accettando la morte per Cristo è passato alla vita e continua ad esserci amico.

*Consigliere comunale di Varese

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