Si infiamma la contesa tra Comune di Cerro e Italgas sulla rete di distribuzione

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CERRO MAGGIORE – Si infiamma il contenzioso tra Comune di Cerro Maggiore e Italgas. Il tira e molla tra l’amministrazione Berra e la società che distribuisce gas in tutta la Penisola si trascina ormai da più di un anno. A colmare la distanza tra le parti non è riuscita neppure la consulenza voluta dal Comune sulle migliorie apportate alla rete. A questo punto, l’ente locale ha deciso di incaricare un legale (al costo di 6.344 euro) per tutelare i propri interessi e si dice pronto ad andare in giudizio se non sarà raggiunto un accordo stragiudiziale.

Parti distanti 350.000 euro all’anno

Tutto è cominciato un paio d’anni fa, quando è scaduto il contratto d’ambito (cioè stretto da più Comuni del Legnanese) sulla concessione delle reti per il gas. Dal momento che il servizio di erogazione non può essere interrotto, si è deciso di comune accordo di proseguirlo sulla base del precedente contratto, in attesa della nuova convenzione. Due manifestazioni d’interesse promosse dal Comune capofila dell’ambito, Legnano, sono però andate deserte e la procedura appare ancora lontana dall’essere completata. «Si è così creata una vacatio – spiegano dalla giunta cerrese – che mette in difficoltà i Comuni».

Nel caso di Cerro, il contratto prevedeva per il Comune entrate da Italgas pari a circa 500.000 euro all’anno. Dopo che la concessione è scaduta, la società vorrebbe limitarsi a pagare tra i 120.000 e i 150.000 euro al massimo: una proposta che, a detta dell’amministrazione comunale, creerebbe «un buco enorme in bilancio sulla parte corrente, cioè le entrate ordinarie. E per noi che abbiamo sempre tenuto i conti in ordine, è un bel problema».

Ignorata la consulenza sulle migliorie

Nella fase di interlocuzione tra le parti, il Comune ha promosso una consulenza che ha messo in evidenza le anomalie della proposta di Italgas: in particolare, il fatto che non ha computato tutti gli investimenti fatti negli anni dal Comune sulla rete di distribuzione del gas, che hanno accresciuto il valore commerciale della rete stessa. «Dopo aver sottoscritto il contratto con Italgas – sottolinea la giunta del sindaco Nuccia Berra – siamo stati fra i primi, all’inizio degli anni Duemila durante l’amministrazione Lazzati, a rifare un centinaio di strade con i relativi sottoservizi, riducendo così le perdite delle condutture. Rivedendo tutti questi parametri, si è arrivati a una proposta transattiva per un canone annuo di circa 350.000 euro».

Sul bilancio comunale rimarrebbe comunque una differenza ma più contenuta, che l’amministrazione conta di riuscire ad assorbire nel tempo, rivedendo entrate e uscite. «Lo studio è stato apprezzato anche dai tecnici di Italgas: si è trattato di un’opera certosina, fatta come se i consulenti fossero super partes e che tornerà utile anche alla società nel momento in cui si arriverà al nuovo contratto sull’ambito del Legnanese. Tuttavia, Italgas ha replicato che finché non ci sarà tale gara non si potrà scostare dai 150.000 euro/anno proposti per suoi problemi di bilancio e per non creare problemi con altre amministrazioni locali nelle stesse condizioni».

«Senza accordo, pronti ad andare in giudizio»

La società ha ribadito le sue obiezioni ai valori parametrici rilevati dalla consulenza nel tavolo di confronto con il Comune per definire una volta per tutte la reale entità del canone concessorio. A questo punto, il Comune ha avviato una fase di precontenzioso in vista di «tutte le procedure legali necessarie nel caso in cui non si trovi una soluzione bonaria. Non possiamo avere crediti di questa entità – ribadisce l’amministrazione – nei confronti di un soggetto privato che utilizza beni di utilità pubblica per trarne un guadagno. Siamo disponibili a continuare a fare investimenti e anche al loro riscatto al termine della convenzione, ma non possiamo accettare una perdita di bilancio per noi enorme, pari a 350.000 euro all’anno».

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