Barcaro (Lega) si dimette: dopo lo strappo in Provincia non è più capogruppo a Somma

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SOMMA LOMBARDO – Alberto Barcaro ha ufficialmente presentato le dimissioni da capogruppo della Lega a Somma Lombardo. La notizia viene confermata dal Comune, dove ieri mattina – 22 giugno – si è presentato per comunicare che non guiderà più il Carroccio in consiglio comunale.

Lo specchio dello strappo in Provincia

I tentativi di ricevere spiegazioni sui motivi che hanno portato alle dimissioni da capogruppo sono vani. Barcaro non risponde al telefono. Mentre il segretario della sezione sommese Matteo Zantomio preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali in merito.
È evidente, però, che si tratta di una conseguenza (inevitabile) di quello che sta accadendo a livello provinciale. Un passo indietro: nonostante le direttive del partito, Barcaro ha accettato le deleghe ricevute dal presidente Marco Magrini (che governa a Villa Recalcati con il sostegno del Pd). Scatenando i vertici della Lega, che hanno subito reagito scucendogli l’Alberto da Giussano dalla giacca e invitandolo caldamente (non potendolo obbligare) a farsi da parte dal ruolo di portavoce del partito in Sala del Camino. E dopo tre mesi di nicchiamenti, che hanno rischiato di mettere in seria difficoltà anche il segretario di sezione nei confronti dei suoi superiori, ha ceduto.

Ora cosa succede?

Ora cosa succede? Resta da capire se Barcaro si limiterà a rinunciare all’incarico o se invece si tratta del primo passo che lo porterà fuori dalla Lega. Una possibilità che avrebbe dell’incredibile. Da primo partito d’opposizione, il Carroccio si troverebbe ad avere ben tre gruppi distinti in consiglio comunale. Due anni fa, infatti, Alberto Nervo ha deciso di iniziare un nuovo percorso indipendente con SommaSì. Se ora Barcaro dovesse prendere la stessa decisione, formando un nuovo gruppo indipendente insieme alla figlia Martina che si allineerebbe alle decisioni del padre, significherebbe che la Lega sarebbe rappresentata in aula soltanto da Marco Giusti e da Mariangela Aguzzi Casagrande, riducendo all’osso il gruppo che nel 2020 ha visto eleggere cinque consiglieri. Una spaccatura in tre parti che di fatto sancirebbe la fine della Lega a Somma Lombardo.

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