Somma, Bellaria: «Il Nuovo Mossolani non sarà una cattedrale nel deserto»

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SOMMA LOMBARDO – «Non si vogliono costruire cattedrali nel deserto e occorre ragionare su come rendere più fruibile l’attuale centro sportivo». Due elementi fondamentali per il sindaco Stefano Bellaria, che prova a mettere un punto alla querelle nata intorno al Nuovo Mossolani di Somma Lombardo. L’acquisto dei terreni da parte della maggioranza ha di nuovo aperto a un ampliamento della struttura, mettendo tutti d’accordo a Palazzo Viani Visconti. Più o meno. Infatti, nonostante tutte le forze politiche sorridano all’idea del nuovo centro, i gruppi d’opposizione non hanno rinunciato a mettere sul tavolo alcune osservazioni. Prima Fratelli d’Italia, che ha precisato la sua visione di «un progetto che sia in grado di guardare da qui ai prossimi vent’anni». Poi la Lega, che ha spostato l’attenzione «sull’assunzione di un legale per raggiungere l’obiettivo con i privati». Ora tocca al primo cittadino: «Ci fa piacere che l’argomento stia così a cuore a tutti, ma ci sono delle considerazioni da fare».

Non c’è solo il Mossolani

Bellaria ribadisce la posizione della giunta, ricorrendo a un immagine che metta ben in chiaro il messaggio: «Non vogliamo costruire una cattedrale nel deserto». Un disegno abbozzato del Nuovo Mossolani è stato già condiviso. E si discosta parecchio dal primo progetto di quindici anni fa, quando Daniele Consonni, ora presidente di circolo di FdI, era assessore ai Lavori Pubblici e lì sognava un acquafan. «Ad oggi – prosegue il sindaco – non parleremo di molti milioni di euro per il centro sportivo: non sono queste le nostre intenzioni e, in ogni caso, non ci sono le risorse». E aggiunge: «Va bene una riqualificazione graduale, perché ci sono anche altre spese da sostenere, come scuole, strade e parchi. Intanto, concentriamoci sui servizi aggiuntivi».
Non solo: «Occorre dare una fruizione più ampia dell’attuale Mossolani». Sì, perché «oggi non è così, a causa di una convenzione che dava il principale impianto sportivo di Somma al Coarezza Calcio, in esclusiva per dieci anni». Un patto siglato «proprio nel mese delle elezioni del 2015». Il centro è stato costruito «coi soldi dei cittadini e noi non vogliamo penalizzare nessuno».

Evitare investimenti esagerati

Il sindaco spiega infine la necessità di ricorrere a un avvocato per completare gli accordi con i proprietari dei terreni. Quegli accordi che erano stati avviati tra il 2013 e il 2015 dall’allora assessore ai Lavori Pubblici, Alberto Barcaro, oggi segretario di sezione della Lega. Ora arriva la replica di Bellaria: «A differenza di quanto detto, non è vero che tutti i privati avevano chiesto di portare a termine la cessione dei terreni. Anzi, alcuni si erano presentati con i legali per capire se potevano fare marcia indietro. Noi, di contro, abbiamo dovuto affidarci a un avvocato per formalizzare meglio i patti».
Va ricordato che nel 2015 il centrosinistra di Bellaria, fresco di primo mandato, bloccò il project dell’era Barcaro, approvato in fretta e furia a pochi mesi dal voto sulla spinta di Forza Italia che a quei tempi contava sull’assessore Alberto Bilardo come capodelegazione in giunta. «Abbiamo evitato un investimento esagerato, di 6 milioni e 400mila euro», racconta il sindaco. «E in questo modo, come ha dimostrato il revisore dei conti, abbiamo impedito che si sforasse il patto di stabilità, fatto che avrebbe impedito di affrontare altri investimenti negli anni successivi». E conclude: «Ora siamo pronti per riprendere col progetto e aperti alla possibilità di condividere i piani».

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