Demolizione e ricostruzione, Somma svela le prime immagini della nuova scuola Rodari

somma scuola rodari demolizione ricostruzione

SOMMA LOMBARDO – Prende forma il piano di demolizione e di ricostruzione della scuola elementare Rodari di Somma Lombardo. Un disegno di massima, per il momento, preliminare alla progettazione che potrebbe portare a mettere mano all’edificio inaugurato nel 1973. E poi soggetti a continui adeguamenti nel corso del tempo che oggi rendono più che mai necessario un restyling. L’amministrazione del sindaco Stefan Bellaria si è giocato finora tutte le carte a disposizione per intercettare i fondi del Pnrr. Ma nel frattempo si porta avanti e presenta obiettivi, carte e immagini di un piano che secondo le stime sarà di circa 7milioni di euro.

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La situazione attuale

Lo scopo dell’intervento è noto. E punta a «superare le problematiche emerse sulla struttura a seguito delle indagini di vulnerabilità sismica condotte nel 2020 sull’immobile», viene ribadito nel progetto preliminare. Senza dimenticare che «l’edificio risulta in precarie condizioni manutentive, nonché privo dei requisiti antincendio previsti dalla normativa». Da qui la volontà di intervenire con il piano di demolizione e ricostruzione.

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Va ricordato che nel caso in cui il Comune non riuscisse a ricevere i fondi del Pnrr per questo di tipo di progetti, sono già pronti i primi 450mila euro che serviranno proprio a sistemare i problemi sia da una punto di vista dell’impianto sismico che antincendio.

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L’uso degli spazi

Il disegno di massima si sviluppa basandosi su una serie di «obiettivi», che saranno «il filo conduttore anche delle successive fasi progettuali».

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Tra questi «la realizzazione di spazi di apprendimento innovativi, aperti alle nuove esigenze. Anche a quelle evidenziate dalle modalità didattiche conseguenti all’emergenza Covid». Oltre che «permettere agilmente l’allestimento di luoghi rispetto a possibili e mutabili utilizzi nel tempo». Come la «presenza di arredi flessibili e diversificati a seconda delle esigenze di lavoro» o di «pareti mobili, che permettono di creare nella stessa area e in momenti diversi varie zone di apprendimento».

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Nella lista anche la «possibilità di trasformazione dei corridoi in aree con funzioni dinamiche, per attività didattiche e di svago». E che siano anche «integrate quelle digitali come normali ambiti d’insegnamento, rafforzandone il principio nelle attività laboratoriali specialistiche e disciplinari». Il tutto con «una robusta rete di connettività diffusa, che permetta l’utilizzo di dispositivi tecnologici individuali».

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Gli spazi verdi

Previsti poi «spazi verdi fruibili e attrezzati per utilizzi didattici specifici e integrati, oltre che per l’uso civico e per le attività di quartiere, da estendere verso l’esterno». Così come sono ipotizzati luoghi «per la collaborazione professionale e il lavoro individuale dei docenti». Non mancheranno poi quelli «dedicati all’incontro formale e informale della comunità educativa locale».

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Dalla biblioteca al piano energetico

Fra i piani anche una «nuova biblioteca, l’implementazione di sistemi di mobilità lenta e la rigenerazione urbana degli spazi pubblici nelle immediate vicinanze della scuola». Un occhio rivolto anche alla sostenibilità con «l’utilizzo di materiali innovativi, da riciclo, anche naturali e il massimo utilizzo possibile della luce naturale». Oltre «all’adozione di strategie passive per un’alta performance energetica».

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