Sott’acqua col fiato sospeso: 1° anno dei Nuotatori del Carroccio Legnano

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LEGNANO – È giunta al termine la prima stagione del progetto apnea di Nuotatori del Carroccio di Legnano: un anno sperimentale, ricco di scoperte, sia per i veterani della squadra di nuoto che hanno deciso di approcciarsi all’acqua in maniera differente, sia per coloro che si sono accostati provenendo da altre discipline. Gli allenamenti, a cadenza bisettimanale, si sono sviluppati lungo tre direttrici complementari: nuoto, apnea dinamica e apnea statica. Percorrere la vasca sotto la superficie dell’acqua ha comportato una serie di adattamenti all’attrezzatura e alla particolare richiesta di gestire la “fame d’aria”: i primi ostacoli che gli atleti hanno dovuto superare, ma anche il primo passaggio per sperimentare che l’apnea è prima di tutto uno sport “di testa”, per qualsiasi età.

Uno sport di testa prima che di polmoni

«L’apnea – spiega il team dei Nuotatori del Carroccio – è un’esperienza utile per far emergere gli schemi di comportamento sotto stress. Trattenere il fiato scatena un’emotività simile a quella che possiamo vivere nella vita privata, anche sul lavoro o in ambito scolastico. La pratica dell’apnea dà l’opportunità di far emergere queste reazioni, aiutandoci a gestirle e ad acquisire capacità emotive e di concentrazione che potranno rivelarsi molto utili anche al di fuori dell’acqua». L’indicazione del team tecnico è sempre concentrarsi sul momento specifico e acquisire reale consapevolezza di quello che si sta facendo. «L’esercizio può consistere in una serie di ripetute da 50 metri in apnea con le pinne o in una discesa in verticale lungo il cavo nel lago di Monate, ma la richiesta rimane sempre quella di focalizzarsi sull’esercizio in questione, escludendo tutto il resto».

Allenamenti e gare alla scoperta degli ambienti naturali

Mentre nelle due gare disputate durante la stagione è stato richiesto agli atleti di riprodurre esattamente quanto provato negli allenamenti, in acque libere è stato testato quanto realmente interiorizzato: dalla capovolta, utilizzata per immergersi infinite volte in piscina (ma senza sperimentare la profondità) al sistema dei segnali di coppia, per assicurarsi che il compagno al proprio fianco stia bene e si stia godendo l’esperienza. L’allenamento invernale ha permesso agli apneisti di adattarsi al contesto lacustre (buio e privo della T blu di riferimento che percorre il fondale della vasca in piscina), nonché alla nuova attrezzatura: l’atollo (struttura alla quale è assicurato il cavo cui agganciarsi per scendere verso il fondo del lago) e i pesi da indossare per agevolare la discesa verso il fondale. Essere preparati e accompagnati dal team tecnico ha consentito agli atleti NDC di godere in sicurezza dell’ambiente naturale, così diverso dalla piscina con gli inaspettati giochi di luce sotto la superficie del lago, le correnti e i repentini cambi di temperatura che si trovano pinnando a diverse profondità, i pesci e la vegetazione.

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