Studente legnanese volontario nell’Emilia sott’acqua con gli “Eroi nel quotidiano”

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LEGNANO – «Mamma, io vado». «Dove?». «A dare una mano nei comuni alluvionati». Federico Bonini, 16 anni, studente di meccanica e manutenzione all’Istituto Bernocchi di Legnano, è fatto così: quando ha notizia di qualche disastro, molla tutto e parte insieme con i volontari dell’associazione cesatese Eroi nel quotidiano. Lo ha fatto anche questa settimana, insieme al presidente dell’associazione, Salvatore Manfredi, e agli altri giovanissimi volontari Samuel Bianchi e Agostino Vaila (nella foto sotto), quando ha saputo dell’alluvione in Emilia-Romagna.

«Basta poco per essere utili»

«Siamo stati martedì notte intorno a Imola e l’indomani a Faenza – racconta a Malpensa24 – Nelle zone allagate potevano accedere solo i vigili del fuoco, che stavano recuperando gli sfollati anche con mezzi anfibi. Noi siamo partiti subito, arrivando sul posto prima che venisse dichiarato lo stato di emergenza. Neppure la Protezione civile aveva ancora messo in atto un piano di emergenza».

In questa situazione, nella notte e nell’agitazione prodotta dall’allagamento di interi paesi, la prima cosa da fare è stata indicare e accompagnare gli alluvionati in luoghi sicuri.

Dal fango nelle Marche all’alluvione in Romagna

«Era tutto sommerso – riprende Federico – strade, paesi, campagne. Abbiamo visto tante cantine sommerse dall’acqua, come il pavimento al piano terra delle abitazioni. In questi casi chi ha bisogno di aiuto non va per il sottile, ci scambiavano per uomini della Protezione civile e siamo stati contenti di dare un contributo, per quanto piccolo. Una signora più fortunata di alcune sue amiche, perché abita in una casa rialzata di cui si è allagata solo la cantina, quando ha saputo che venivamo “da Milano” ci ha offerto il caffè. Credo che nei disastri, che sia un’alluvione o un terremoto, l’importante è esserci, mettersi a disposizione e farsi trovare sul posto.

«Gli amici mi dicono “ma che cosa vai a fare?”. Non capiscono molto il fatto di andare ad aiutare persone, anche a centinaia di chilometri da casa. Ma anche se fino a quando non sarò un vigile del fuoco non potrò fare molto, preferisco comunque mettermi in gioco. Non mi faccio problemi, dove c’è acqua o ci sono rovine voglio farmi trovare pronto. Nelle Marche lo scorso settembre abbiamo spalato fango, a Legnano faccio il volontario alla Croce Rossa. E questa settimana, là, ci è capitato di riconoscere, e di farci riconoscere, da alcuni vigili del fuoco della colonna mobile arrivata da Milano. Anche queste sono soddisfazioni».

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