Sul futuro di Agesp è scontro a Busto. Pd: «Scelga la politica». Sindaco: «Basta dietrologie»

BUSTO ARSIZIO – È scontro tra maggioranza e opposizione sull’incarico esterno per la ricognizione sui servizi affidati in house ad Agesp Attività Strumentali, la società del Gruppo Agesp che attualmente è il braccio operativo dell’amministrazione comunale ma che nei prossimi mesi è destinata ad un riassetto. In una seduta consiliare che verrà ricordata soprattutto per la cerimonia di attribuzione della cittadinanza onoraria al pianista iraniano Ramin Bahrami, l’unica vera scintilla in aula la regala la questione dei 70mila euro messi a bilancio per l’incarico ad un advisor esterno che effettuerà la ricognizione sull’opportunità o meno di mantenere “in house” i servizi svolti dalla Strumentale, piuttosto che metterli sul mercato.

Politica e tecnica

«La nostra preoccupazione è che da una ricognizione che dovrebbe essere di routine, si facciano derivare scelte politiche che dovrebbero passare in consiglio comunale, facendo finta che siano decisioni tecniche» sostiene il capogruppo del PD Maurizio Maggioni, il primo a prendere la parola dopo l’illustrazione della variazione di bilancio da parte dell’assessore alla partita Maurizio Artusa. «Noi vorremmo che questa volontà politica sul riassetto di Agesp Attività Strumentali sia espressa anche dalla maggioranza in consiglio comunale». Parole sulle quali successivamente l’ex sindaco Gigi Farioli, capogruppo di Popolo Riforme e Libertà, ha provato a fare l’esegesi, ricordando che «l’atto di indirizzo della giunta, definito dagli stessi assessori in commissione come ispiratore di questa variazione di bilancio, va al di là della semplice ricognizione, ma parla anche di valutazione sul futuro di Agesp Attività Strumentali. Società che, non è un mistero, patisce difficoltà di carattere economico finanziario a cui deve rispondere. Una scelta fondamentale di tipo politico, e non solo tecnico, su cui è giusto che il consiglio abbia voce in capitolo e interesse a scegliere privilegiando l’interesse strategico della città, al di là delle differenze tra maggioranza e opposizione. Ecco perché l’incarico per la ricognizione dovrebbe rispondere ad un atto di indirizzo del consiglio e non sia ridotto ad una mera scelta tecnica di bilancio».

Il sindaco: «Niente di strano»

A Maggioni nel frattempo aveva risposto con tono fermo il sindaco Emanuele Antonelli: «Non c’è nessuno svuotamento del consiglio, si affida la ricognizione a professionisti che possono farla meglio di noi alla luce di normative che continuano a cambiare, sempre più rigorose e stringenti per quanto riguarda la motivazione degli affidamenti in house. Abbiamo deciso di affidarci ad un operatore che ha più competenza in materia di noi, è tutto qua. Non c’è niente altro. I miei tecnici sono già abbastanza impegnati per quello che stanno facendo e non avrebbero il tempo per dedicarsi anche a questa ricognizione». E il sindaco si scaglia contro le “dietrologie” che a suo modo di vedere nasconderebbe l’intervento di Maggioni: «Non c’è niente di strano, è una cosa pratica e utile: ogni volta tirate fuori queste cose come se volessimo eliminare la democrazia. Ma non è così, quando avremo i risultati ve li portiamo così da democrazia ci sarà sempre». Al voto, dopo la bocciatura degli emendamenti del PD sulla ricognizione, la maggioranza è compatta e la variazione di bilancio passa senza problemi.

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