Tangenti in Lombardia, Ferrero (La Sinistra): «Ladroni a casa nostra»

GALLARATE – «Ladroni a casa nostra». Parafrasando un vecchio slogan leghista, Paolo Ferrero (La Sinistra) commenta il terremoto giudiziario che da una settimana si è abbattuto nel centrodestra in provincia di Varese e in tutta Lombardia.

Fonte inesauribile di mazzette

Secondo l’ex ministro – presente alla Cuac di Gallarate (a fianco dell’assessore di Cardano Elena Mazzucchelli) come candidato alle Europee del 26 maggio  – la Lombardia è diventata «fonte inesauribile di mazzette». Colpa della privatizzazione della sanità basata sul modello Formigoni: «Un modello secondo cui, tramite l’accreditamento, il pubblico paga e il privato guadagna. Di conseguenza, per ottenere un posto letto accreditato, il privato tenta continuamente di corrompere il pubblico. In questo modo la corruzione e il malaffare sono degenerati e da qualche tempo comincia a esserci persino qualche superficie di contatto con la malavita organizzata».

Mai col Pd

Secondo Ferrero, è impossibile tentare di ricostruire un centrosinistra con il Pd odierno. La sua analisi è fin troppo chiara: «Nessuno spazio di alleanza con Zingaretti. E’ un’illusione ottica che sia più a sinistra di Renzi. Com’è possibile dialogare con un Pd così subalterno alla grande imprenditoria, contrario alla patrimoniale, alla reintroduzione dell’articolo 18, alla legalizzazione della cannabis? Il Partito liberale trent’anni fa era più a sinistra dell’attuale Pd, Fanfani a confronto sembrava uno di Lotta continua. E guardate che le nostre proposte non sono da estremisti, ma semplicemente di una seria socialdemocrazia».

La patrimoniale

La proposta cardine del suo programma elettorale è una patrimoniale a partire dai redditi superiori a un milione di euro: «Che i soldi non ci sono è una balla colossale, semplicemente se li sono fottuti i ricchi. Non c’è mai stata in Italia una disuguaglianza così grande come oggi, una disuguaglianza che si traduce in disoccupazione di massa, precarietà del lavoro, tagli nella sanità e nell’istruzione pubblica, devastazione dell’ambiente». E in Europa, grazie a una tassazione variabile da Stato a Stato, «le multinazionali pagano in Irlanda l’1 per cento di tasse mentre i poveracci e le piccole imprese qui da noi versano il 30 per cento». Le multinazionali, prosegue Ferrero, «usano l’Europa come un enorme paradiso fiscale con il beneplacito dei governi che non si sono accorti di aver dato vita strutturalmente a una gigantesca guerra tra poveri».

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