Univa, Giovani Imprenditori in assemblea a Varese. «Promotori del cambiamento»

Giovani imprenditori Univa

VARESE – Una nuova cultura organizzativa che porti ad imprese più sostenibili e digitali. È questa la strada per il rilancio post-Covid indicata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Univa nel corso dell’assemblea annuale che si è svolta questa sera, lunedì 25 ottobre, a Ville Ponti. Nel suo intervento la presidente Giorgia Munari ha sottolineato che i giovani vogliono essere promotori del cambiamento. Quindi è seguita una tavola rotonda dedicata a storie aziendali di successo, tra cui la varesina Vibram.

Una nuova cultura organizzativa

«Siamo convinti che solo la costruzione di una nuova cultura organizzativa possa garantire che l’impresa progredisca con successo. Dobbiamo decodificare nuovi modelli di fare impresa ed economia»: così si è espressa Giorgia Munari nel suo intervento dal palco. «Il progresso è fatto di cultura aziendale e di relazioni con i contesti di riferimento. È in questa declinazione che vanno letti i fenomeni legati al digitale e alla sostenibilità. Ed è in questo scenario che si inserisce il ruolo che possiamo rivestire come giovani imprenditori». Munari ha sottolineato l’importanza che i rappresentanti delle nuove generazioni di titolari d’impresa del territorio possono rivestire nelle sfide del post-pandemia, valorizzando una nuova cultura che agisca come motore del cambiamento.

Le coordinate del cambiamento

I Giovani industriali varesini non si limitano, però, semplicemente a indicare una meta, senza dire come raggiungerla. Le coordinate del cambiamento sui fronti della digitalizzazione e della sostenibilità e del ruolo che possono giocare su questi terreni start-up e imprese storiche gestite dalle nuove generazioni sono contenuti in un paper di studio e posizionamento presentato nei giorni scorsi al World Manufacturing Forum di Cernobbio e di cui la Presidente del Ggi di Univa, Giorgia Munari, è stata group leader. Nel suo intervento a Ville Ponti ha ricordato le sette raccomandazioni delineate dal documento: interdisciplinarietà; strategia e comunicazione; tecnologia e sostenibilità indivisibili; contaminazione positiva; networking; politica associativa; nuove collaborazioni.

Occhi giovani

In merito è intervenuto anche il presidente di Univa Roberto Grassi, che si è complimentato con Giorgia Munari per il lavoro e ha rimarcato l’importanza dei giovani imprenditori. «Occorre uno sguardo lungimirante e, allo stesso, disincantato e ragionato sulle sfide che ci attendono nel prossimo futuro. Servono occhi giovani in grado di offrire punti di vista differenti e originali. Questo movimento è un incubatore di idee concrete». Presente in sala anche il neo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia Jacopo Moschini. «Le persone sono l’asset strategico fondamentale delle imprese. Cultura organizzativa, talenti, nuove competenze, devono essere il centro delle nostre strategie di crescita». È intervenuto infine il vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Andrea Marangione. «Siamo davanti ad un periodo di grandi trasformazioni: sostenibilità, innovazione, formazione, globalizzazione sono le 4 grandi rivoluzioni che, come imprenditori e come giovani, dobbiamo essere in grado di governare».

Giovani imprenditori Univa

Esperienze a confronto

Quindi spazio ad una tavola rotonda, che ha messo a confronto le esperienze di tre aziende in cui l’implementazione in azienda di una nuova cultura organizzativa è stata portata avanti con successo. Intervistati da Saverio Cuoghi, founder di Innovazione2020.it, sono intervenuti Federica Dal Cin, presidente e ad di Elifriulia Spa Helicopter Center; Francesco De Stefano, co-founder e ceo di Caracol Srl; Marco Guazzoni, sustainability director di Vibram Spa. Quest’ultimo ha illustrato il percorso dedicato alla sostenibilità che sta portando avanti la storica azienda di Albizzate che realizza suole per calzature. «Ragionando sulla sostenibilità si arriva a cambiare l’azienda – dice – noi abbiamo iniziato diversi anni fa e dal punto di vista dell’energia usiamo quasi esclusivamente fonti rinnovabili. La chiave è puntare sulla circolarità e non consumare risorse».

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