Varese, centrodestra in piazza contro il Governo. Con qualche assenza eccellente

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VARESE – Il centrodestra unito in piazza contro il governo, con qualche assente eccellente. Più che il numero, anche se non erano certo pochi nella mattina di oggi, martedì 2 giugno, in piazza del Podestàm contava esserci. Per dare un segnale politico “in carne ed ossa” dopo mesi di politica e polemiche sulle piattaforme digitali; nonché per chiedere al governo giallorosso una maggiore reattività nel dare risposte concrete «e non mancette», come ha detto qualcuno, per sostenere la ripresa economica nel suo complesso. E quindi le imprese, ma anche il mondo del commercio e quello, spesso dimenticato, della scuola e dei giovani studenti. A oggi resta ancora in mezzo al guado del “chissà come sarà” il ritorno in aula. A settembre, certo, ma che non è poi così lontano.

Chi c’era

Tutti i partiti e i “cespugli” del centrodestra. La Lega, che nella piazza del Garibaldino è di casa perché è lì che apre la storica sezione varesina del Carroccio, Forza Italia, Fratelli d’Italia, ma anche Noi con l’Italia e Lombardia Ideale. E c’erano tutti i leader provinciali: da Matteo Bianchi, deputato e segretario provinciale della Lega ai vertici commissariali di Forza Italia con Giacomo Caliendo e Giuseppe Taldone, Andrea Pellicini di Fratelli d’Italia, Raffaele Cattaneo di Noi con l’Italia e Maurizio Montalbetti di Lombardia ideale. E ancora, della Lega: l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, il deputato Dario Galli, i consiglieri regionali Emanuele Monti, Francesca Brianza e Marco Colombo, il sindaco di Gallarate Andrea Cassani e l’assessore Claudia Mazzetti, il consigliere provinciale Alberto Barcaro e la delegazione bustocca con Francesco Speroni, Paola Reguzzoni, Manuela Maffioli e Giuseppina Basalari, il sindaco di Bodio Eleonora Paolelli, il responsabile degli enti locali Emanuele Poretti, Mirko Reto e Barbara Bison. Di Forza Italia: Piero Galparoli, i bustocchi Orazio Tallarida e Laura Rogora, Salvatore Leggio, il coordinatore cittadino Roberto Leonardi. Fratelli d’Italia con Francesca Caruso, Giuseppe Martignoni, Mariella Meucci, il sindaco di Ferno Filippo Gesualdi, Claudia Guaglianone e Federico Fasolino da Fagnano Olona, Salvatore Marino da Jerago, il castellanzese Giovanni Manelli e il presidente del circolo bustocco Massimiliano Nardi, Checco Lattuada, Mariangela Buttiglieri. E poi tanti sindaci, amministratori e militanti dei vari schieramenti.

Fratelli d’Italia e il cugino

Una presenza un po’ da sindaco (di Busto), un po’ da presidente (della Provincia) e un po’ da fratello. Anzi, da “cugino d’Italia”, non avendo ancora preso la tessera del partito della Meloni: in piazza c’era anche Emanuele Antonelli, che dopo le public relations con i vari esponenti di partito ha preso posizione accanto a Checco Lattuada e con i Fratelli d’Italia a Busto. Confermando che, semmai si accaserà politicamente, sarà proprio lì a destra.

varese antonelli lattuada

E chi non c’era

L’assenza che ha fatto più rumore non è stata quella del governatore Attilio Fontana, al quale la piazza ha regalato un lungo applauso per la conduzione politica durante l’emergenza Covid. Il presidente della Regione, infatti, era assente per un impegno istituzionale a Codogno con il presidente della Repubblica. Il vuoto che ha suscitato più di una domanda è stato quello di Roberto Maroni: “Ma come – più di una persona ha posto l’accento – proprio in questo momento e qui a Varese, sotto quella che è la sua sezione”.

Gli uomini col megafono

bianchi caliendo pellicini

Il primo a prendere la parola, megafono alla mano, è stato il leghista Matteo Bianchi: «Chiediamo a gran voce provvedimenti adeguati da parte del governo per sostenere l’economia del nostro Paese. Riteniamo che quanto previsto all’interno del decreto Rilancio sia quanto meno lacunoso. Serve più coraggio. In Italia c’è chi percepisce uno stipendio pubblico e i pensionati, i cassintegrati che soffrono per il ritardo dei pagamenti da parte dell’Inps e poi i dimenticati, ovvero le partite iva e le piccole imprese, che tra l’altro sono l’ossatura del nostro paese».

Parole critiche ma mano tesa al Governo per Forza Italia. Giacomo Caliendo, infatti, chiarisce: «Non è che vogliamo far cadere Conte domani, ma ora è tempo di prendere decisioni e noi siamo pronti a collaborare per il bene del Paese. Il governo dimostri di avere una visione complessiva di quale sarà il nostro futuro, che non può essere garantito con le piccole mance. Prendiamo le scuole; cosa accadrà? Se ne sentono di tutti i colori. Noi chiediamo che ci siano investimenti sulla scuola per consentire la partecipazione di tutti. E sulle imprese e le partite iva, sulle quali lo Stato non ha dato vere garanzie. Se dà le dovute assicurazioni, le banche devono rispondere ai bisogni. E infine i miliardi dell’Europa: devono arrivare subito. Perché altrimenti non moriamo di Covid ma di fame»

Netto Andrea Pellicini, che ha regalato alla piazza l’intervento meno politically correct: «Il senatore Caliendo dice non voler far cadere il Governo domani. Bene, noi invece speriamo che cada dopodomani. Ci hanno chiuso in casa per più di due mesi, stanno uccidendo i nostri negozi, il commercio, l’impresa e l’economia del Paese. Io dico che oggi, da questa piazza, si deve alzare un grido per la salvezza dell’Italia, per l’intera provincia e per la città di Varese che, alle prossime elezioni, vogliamo tornare a governare».

Mattia Premazzi, esponente di Noi per l’Italia, ha invece sottolineato come la politica del Governa sia completamente scollata dalla realtà, mentre Montalbetti di Lombardia ideale ha ricordato che il lavoro «è ciò che dà dignità all’uomo e il mondo economico della provincia di Varese non ha bisogno di sussidi, ma di politiche che possano favorire la ripartenza economica».

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