Varese, con la “Lombardia che vorrei” la Sanità incontra il mondo del volontariato

VARESE – «Ascoltare, confrontarci e recepire proposte e idee sul tema della sanità a 360 gradi. Proprio come abbiamo fatto con la Riforma socio sanitaria, una riforma che ha saputo cogliere le richieste e le necessità del territorio». Nella prima tappa del tour “La Lombardia che vorrei”, che si è tenuta questa sera (martedì 8 novembre) al Miv, Emanuele Monti, consigliere regionale e presidente della commissione regionale Sanità ha aperto il momento di ascolto con queste parole.

Rafforzate anche dal presidente della Regione Attilio Fontana, che è intervenuto per un saluto: «Iniziativa che dà vita a un dialogo direi fondamentale. La rete che coinvolge terzo settore e professionisti della sanità mondo dello sport e del sociale è preziosa e va stimolata».

Sanità e salute

Una serata utile per consolidare la rete, che deve essere composta da chi lavora in ambito sanitario, ma anche dalle realtà del terzo settore, oggi sempre più importanti e strategiche nel percorso di cure del paziente e del cittadino, ma anche nelle scelte che le istituzioni assumono nel momento decisionale. Terzo settore che spesso vede in prima linea cittadini che prima di essere volontari sono stati anche pazienti. Una sanità che “non è solo ospedale”. «Sanità – ha spiegato Monti – è anche tutela, cura della salute. E per questo l’obiettivo è far incontrare e cogliere spunti dal mondo del volontariato, dalla disabilità, dallo sport».

La Sanità “esce” dall’ospedale

Presenti in sala c’erano il dg dell’Asst Sette laghi Gianni Bonelli, i referenti di Caos, Favo, Lilt, l’ordine nazionale dei Biologi, l’ordine delle professioni infermieristiche e Federfarma, ovvero le realtà che hanno patrocinato e sostenuto l’iniziativa. Oltre a esponenti del mondo del terzo settore e dello sport.

E proprio il dg Gianni Bonelli ha posto l’accento nel suo intervento su alcuni paletti: l’integrazione dei servizi offerti dall’azienda ospedaliera con quelli offerti da altre istituzioni. «I cittadini, quando hanno un problema di salute – ha spiegato – devono poter avere una vita facilitata, ciò significa che deve avere a disposizione servizi in un unico punto, ma anche a domicilio per migliorare l’efficacia diagnostica e quella terapeutica. E questo lo possiamo fare migliorando i processi, ma anche mettendo a sistema l’innovazione che porta all’evoluzione della tecnologia».