Bianchi (Lega): avanti Maroni e Cassani. “A Busto con Antonelli scenari da delineare”

Matteo Bianchi, segretario provinciale del Carroccio, la Lega del Varesotto sembra in affanno. E’ vero?
“La Lega rimane il primo partito in provincia ed è quello che esprime il maggior numero di sindaci. Parlare di affanno mi sembra esagerato. Dopo di che, è vero che i risultati delle europee del 2019 non sono stati confermati alle ultime amministrative, ma siamo pur sempre il principale partito del centrodestra. E, anche per questo, ci assumiamo precise responsabilità di governo. In politica, poi, qualche volta si sale e qualche volta si scende, mi sembra normale. L’importante è che non ci sia un consolidamento verso il basso”.

Centrodestra unito: ne è davvero convinto dopo che Forza Italia, per esempio, rivendica maggiore considerazione?
“L’unità della coalizione è stata ribadita in una recente riunione a Milano, Una coesione che ho sempre riscontrato negli otto anni in cui sono coordinatore della Lega. Certo, non sono mancati momenti di crisi, ma non è mai venuto meno il reciproco rispetto, soprattutto a livello interpersonale e umano”.

Dunque, per le prossimi provinciali non ci sono problemi di sorta. E’ così?
“Per una scelta strategica la coalizione presenterà due liste, una a destra e una più al centro. Daremo tutti il sostegno all’attuale maggioranza, Da Forza Italia non ho avuto segnali contrari in proposito. C’è però da tenere conto di un aspetto”.

Bianchi, quale?
“Si comincia a parlare di uno slittamento della consultazione in programma a dicembre. A causa del Covid può essere che per le provinciali si voti assieme alla amministrative del prossimo anno”.

Appunto, le amministrative. Bobo Maroni si è proposto per candidarsi sindaco di Varese. La cosa ha fatto molto rumore, poi Maroni non si è più fatto sentire. Ci sono problemi che non conosciamo?
“Abbiamo in programma un incontro con gli alleati di centrodestra, un summit tutto varesino organizzato dal commissario Cristiano Angioy. Stiamo cercando di far coincidere tutte le disponibilità, compresa quella di Maroni”.

Insomma, l’ex ministro dell’Interno rimane in campo?
“Non ci sono alternative, né nella Lega né altrove”.

A Busto Arsizio, la sezione locale leghista insiste per un candidato sindaco targato Lega. Come la mettiamo con Emanuele Antonelli, esponente di Fratelli d’Italia?
“Ieri sera (mercoledì 21 ottobre, ndr) abbiamo avuto una chiacchierata via Internet con il direttivo di Busto. La sezione chiede di poter essere coinvolta nella scelta del candidato sindaco. Una richiesta che non si può eludere. Per questo non so quale scenario si andrà a delineare. Prima votiamo per la Provincia, poi vedremo”.

Bianchi, per la prima volta non afferma l’inamovibilità di Antonelli. Questa è una grossa novità.
“Guardi, al momento non so ancora se il diretto interessato e il suo partito hanno intenzione di ribadire la candidatura. Antonelli deve sciogliere la riserva. Per il resto la sezione leghista non ha intenzione di rimanere supina e di accettare decisioni prese in altre sedi. Non mancherà il suo coinvolgimento”.

Gallarate?
“Mi pare che non ci siano dubbi: tocca ancora ad Andrea Cassani”.

Anche nel caso dovesse essere rinviato a giudizio nell’inchiesta Mensa dei poveri?
“Il suo è un coinvolgimento marginale, tutto da discutere. Del resto, fare il sindaco oggi è un mestiere rischiosissimo: ti puoi ritrovare indagato per un nonnulla, senza che nemmeno tu sappia il perché. Comunque, al di là di trovare persone disposte ad assumersi responsabilità amministrative, saranno i cittadini a giudicare e a decidere”.

Intanto, Report, su Rai Tre, ha offerto uno spaccato devastante della politica varesina. Toccando direttamente anche la Lega. Qual è il suo pensiero?
“Ho sempre apprezzato il giornalismo d’inchiesta. Report, invece, mi è parso giornalismo spazzatura. E’ andato a rimestare in vicende già archiviate dalla magistratura. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando? Se hanno voluto fare una fiction sulla provincia di Varese, ci sono riusciti. Ma il giornalismo, quello vero, è un’altra cosa”.

Nella stessa trasmissione, Nino Caianiello, il principale indagato di Mensa dei poveri, ha detto papale papale che da lui passavano tutti i politici, senza distinzione.
“Caianiello era il referente di Forza Italia in provincia. Sulle sue capacità politiche non ho mai eccepito. E l’ho sempre rispettato per questo. Nel suo ruolo si interfacciava con tutti, a destra, al centro, a sinistra. Mi sembra normale. Sul resto, sulle sue situazioni giudiziarie, non saprei proprio cosa dire. Se andrà a processo, decideranno i giudici”.

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