Varese, prende i voti dalle Romite del Sacro Monte. Non accadeva da 15 anni

VARESE – Saranno, tecnicamente, solo dei voti «semplici» e «temporanei», ma scriveranno una nuova pagina nella storia del Sacro Monte e del monastero delle Romite Ambrosiane. Perché una vestizione monacale, come spiegano in santuario, «qui non si vedeva da una quindicina d’anni». Un digiuno che sarà interrotto in settimana dalla prima delle tre novizie entrate in clausura nell’ultimo triennio.

«È prevista – filtra dal Sacro Monte – una cerimonia privata cui parteciperanno, oltre alla comunità di suore, soltanto i sacerdoti e la famiglia. I primi voti hanno la durata di un anno e vengono rinnovati di volta in volta fino a quelli definitivi». Un momento dall’alto valore spirituale e religioso che si terrà nella Sala del Capitolo del monastero, dove ieri mattina sono state preparate le necessarie misure anti coronavirus. A separare le monache dai preti e dai familiari ci sarà infatti, oltre alla tradizionale grata, anche una barriera di plexiglass.

La vestizione

Se i voti verranno espressi durante uno dei vesperi settimanali, tutto inizierà ventiquattr’ore prima. Alla vigilia, infatti, è prevista la benedizione dell’abito monacale. Tra le curiosità di questo rito tanto sacro quanto antico quella legata ai colori del velo: «I voti temporanei – concludono in santuario – portano alla vestizione dell’abito e all’adozione del velo bianco, lo stesso con cui, nelle pitture presenti al Sacro Monte, è raffigurata la Beata Giuliana. Quello nero, che nei dipinti vediamo indossato dalla Beata Caterina, si ottiene invece con i voti definitivi. Questi ultimi sono quelli che vengono professati con una cerimonia solenne, alla presenza anche del vescovo».

 Il monastero

Per tutti note come Romite Ambrosiane, il vero nome le suore del Sacro Monte è Romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus, epiteto legato al “bosco” dove il Santo, secondo la tradizione, si nascose nel tentativo poi fallito di sottrarsi all’elezione a vescovo. La storia del monastero di Santa Maria del Monte è proprio legata ad Ambrogio: fu lui, secondo un’antica leggenda, a debellare proprio sopra Varese nel 389 gli epiloghi dell’eresia ariana.

Una prima basilica intitolata alla Madre di Dio è documentata nel 922 ed era già allora meta di pellegrinaggi. Alla metà del Quattrocento, nei pressi del santuario, è registrata la presenza di alcune eremite, cui si unì Caterina da Pallanza. Un’epidemia di peste portò alla morte di tutte le donne, esclusa la futura Beata, che salì definitivamente all’eremo di Santa Maria il 24 aprile 1452. Due anni dopo, il 14 ottobre 1454, l’arrivo di Giuliana Puricelli da Busto – Verghera.

Non solo clausura

Il monastero del Sacro Monte non è sempre stato un luogo di clausura. Alla fine del Settecento, con l’arrivo di Napoleone in Italia, anche il Sacro Monte venne investito dalla ventata laico rivoluzionaria arrivata dalla Francia. Le suore dovettero vivere ufficialmente come custodi laiche del luogo, ma in realtà, oltre a non interrompere mai le essenziali forme della vita monastica, accolsero fra loro altre religiose dai diversi monasteri della diocesi, ormai smantellati o distrutti.

Nel febbraio 1822, con il ritorno degli austriaci, il monastero venne ufficialmente riaperto, tuttavia le monache si impegnarono a realizzare anche una scuola per l’educazione delle fanciulle. Con il Concilio Vaticano II e con la richiesta agli Ordini religiosi di recuperare la loro originaria identità, nel 1969 il collegio venne chiuso e al Sacro Monte le monache tornarono alle loro radici contemplative.

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