25 Aprile in provincia dedicato all’Ucraina. Tutte le celebrazioni

VARESE – Oggi in tutti i comuni della provincia di Varese si è celebrato il 25 Aprile e il filo conduttore è stata la solidarietà al popolo ucraino e la condanna della guerra scatenata dalla Russia.

A Varese corteo, Bella ciao e discorsi a Palazzo Estense

Dopo la celebrazione della santa messa nella Basilica di San Vittore il corteo aperto dalla banda di Marchirolo ha percorso le strade del centro fino a raggiungere largo Resistenza. Qui è stata deposta una corona di alloro dopo il Silenzio e l’omaggio silenzioso di tutte le autorità. Erano presenti: il prefetto della provincia di Varese Salvatore Pasquariello, con tutti i vertici provinciali delle forze dell’ordine, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Varese Davide Galimberti, il consigliere provinciale e comunale di Forza Italia Simone Longhini, l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, il senatore Alessandro Alfieri e la deputata Maria Chiara Gadda. Oltre a tutta la giunta e ai consiglieri di maggioranza.

Da largo Resistenza il corteo ha raggiunto il Salone Estense, troppo piccolo per contenere i tanti varesini che, dopo 2 anni di restrizioni, hanno deciso di celebrare dal vivo il giorno della Liberazione. Qui si sono tenuti i discorsi: il primo a prendere la parola è stato Salvatore Pasquariello, il prefetto, che ha letto il discorso del presidente Mattarella nel quale c’è una ferma condanna all’uso delle armi e alla guerra. Fontana invece, citando De Gasperi, ha detto che il futuro non si costruisce con la forza ma con l’esercizio dei valori democratici, e ha anche sottolineato la bellezza e la gioia di tornare a vivere «la festa del nostro popolo e di tutti gli italiani» in strada e in piazza.

Il sindaco, dopo aver ribadito la condanna alla guerra, ha ricordato «che questo è un 25 Aprile molto diverso perché si celebra con una guerra in Europa». Il primo cittadino ha poi concluso il suo discorso ribadendo l’importanza dell’Europa e dei giovani che dovranno avere un ruolo centrale per la costruzione del futuro. «L’Europa deve essere guida nelle relazioni internazionali, le giovani generazioni hanno invece il compito di contaminare la politica nazionale all’insegna di un mondo migliore dei loro bisogni». Hanno poi preso la parola Rocco Cordì, presidente Sezione Anpi Varese, e Maria Hayday (Solidarietà con il popolo ucraino). «Ringrazio a nome del mio popolo per l’accoglienza – ha detto – ma vi prego fate il possibile per fermare questa guerra».

Qui Busto Arsizio: cerimonia al Tempio Civico

A Busto Arsizio le celebrazioni hanno avuto come da tradizione il loro “clou” al Tempio Civico di fronte al palazzo municipale. Qui si è tenuta la Messa celebrata da monsignor Severino Pagani e da qui è partito il corteo verso il Monumento ai Caduti di piazza Trento e Trieste e il Monumento alla Resistenza di via Fratelli d’Italia, con il corpo musicale Santa Cecilia che ha accompagnato il corteo suonando anche “Bella Ciao”. La manifestazione, organizzata dall’Anpi e dalle associazioni della memoria in collaborazione con il Comune, è stata più partecipata rispetto al passato. Nel suo discorso il sindaco Emanuele Antonelli ha ricordato il dramma dell’Ucraina e citato le parole della senatrice Liliana Segre come la migliore chiave di lettura di questa giornata. Poi hanno parlato lo storico Robertino Ghiringhelli e il presidente dall’Anpi di Busto Liberto Losa. A seguire in piazza Vittorio Emanuele la contromanifestazione del comitato antifascista e delle forze della sinistra radicale.

Qui Gallarate: oltre le svastiche, il ricordo

gallarate 25 aprile 2022

Il 25 aprile di Gallarate è stato rovinato da svastiche, segni e scritte ingiuriose. Proprio dove lo scorso sabato è stata inaugurata la pietra d’inciampo per ricordare Vittorio Arconti, oltre che in altri punti della città. Ma nonostante il gesto ignobile, le celebrazioni della Festa della Liberazione sono andate avanti. La giornata è cominciata al cimitero di Gallarate. Qui il discorso del sindaco Andrea Cassani:

Qui Samarate: il tour delle frazioni

A Samarate il corteo per celebrare il 25 Aprile ha fatto tappa per le frazioni di San Macario, Verghera e il capoluogo. Il primo appuntamento è stato a San Macario alle 8.30 per la deposizione di fiori al Parco Italiani Giusti tra le Nazioni e per scoprire una nuova targa commemorativa.

Il passo successivo è stato alle 9, iniziato con il raduno in via Indipendenza alla scuola primaria di Verghera, proseguito con il corteo al cimitero della frazione per rendere omaggio ai caduti con l’intervento di alunni e docenti della scuola De Amicis.

Qui Lonate Pozzolo, sulle note di Bella Ciao

La ricorrenza del 25 Aprile Lonate Pozzolo è stata celebrata sulle note di “Bella ciao”. Oggi ma «andrebbe celebrato tutti i giorni», ricorda il sindaco Nadia Rosa nel suo discorso. «Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani, è la festa fondante dell’Italia libera e antifascista: è dalla resistenza che nacquero le basi della nostra Repubblica e della sua Costituzione». Ecco il testo integrale:

Buongiorno e benvenuti a coloro che oggi sono intervenuti per celebrare la Festa Nazionale del 25 aprile: autorità, forze dell’ordine, associazioni, la nostra Fanfara, cittadini, tutti tornati a poter festeggiare insieme questa giornata dopo gli ultimi due anni nei quali, a causa della pandemia, le celebrazioni furono senza cortei e senza la partecipazione della cittadinanza. Oggi festeggiamo la Liberazione, ricordando il 25 aprile di 77 anni fa che sancì la fine dell’oppressione nazi-fascista in Italia. E’ un avvenimento che andrebbe celebrato tutti i giorni e non solo il 25 aprile. La storia della Resistenza partigiana ci dà un insegnamento da tenere presente sempre, anche e soprattutto in questi momenti in cui le cronache del conflitto in Ucraina ci mostrano ogni giorno orrori indicibili e ci troviamo ad osservare una guerra a poca distanza da noi, oltre a tutte le guerre in corso nel mondo. In questi ultimi anni il 25 aprile è stato da alcuni strumentalizzato per provocare divisioni, invece di riconoscerlo come simbolo della lotta contro le discriminazioni, l’odio, la violenza e l’oppressione che erano alla base dell’ideologia fascista. Invece il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani, è la festa fondante dell’Italia libera e antifascista: è dalla resistenza che nacquero le basi della nostra Repubblica e della sua Costituzione. La resistenza non è finita. Ogni giorno dobbiamo difendere il bene prezioso che è la nostra libertà. E’ sempre più difficile avere testimonianze dirette di quel periodo, a causa del tempo che passa, e questo facilita purtroppo coloro che negano la storia, che rimpiangono un periodo buio del passato e, anzi, lo vorrebbero ricreare. Si tenta di dare letture distorte della storia o addirittura negare gli avvenimenti passati. Organizzazioni di estrema destra o neofasciste nostalgiche di quei periodi cupi si propongono come riferimento nonostante l’apologia del fascismo sia reato. Senza andar lontano, anche in provincia di Varese, anche nel nostro territorio, sono presenti e cercano affermazione coloro che propagano discorsi di odio e di divisione, di discriminazione e sopraffazione che solleticano l’individualismo egoista dei nostri tempi, con l’avallo silenzioso di coloro che cercano di affermarsi cavalcando la retorica della paura. Paura del diverso, paura del prossimo, discriminazioni che vengono propagandate anche da forze politiche presenti in Parlamento, dimentiche dei danni che l’ideologia fascista ha portato nel nostro Paese e indifferenti alle ingiustizie e ai soprusi che le discriminazioni provocano. Viviamo in un Paese in cui Bella Ciao viene etichettata come canzone divisiva, mentre i partigiani che combatterono per la nostra libertà lo fecero uniti, nonostante avessero provenienze e ideologie molteplici: c’erano cattolici, socialisti, comunisti, azionisti, monarchici e repubblicani. Erano uomini e donne, civili e militari, appartenenti a partiti diversi o a nessun partito. Ma tutti si riconoscevano sotto l’unico nome di partigiani. Viviamo in un Paese in cui Liliana Segre, deportata ad Auschwitz a 14 anni, vive sotto scorta da oltre due anni per le minacce ricevute in seguito all’istituzione di una commissione straordinaria, da lei presieduta, costituita per occuparsi del contrasto all’intolleranza, al razzismo, all’antisemitismo e all’istigazione all’odio e alla violenza. Minacce subite perché si vogliono combattere intolleranza, odio e violenza. E’ quasi un paradosso, ma è per questo che ogni giorno deve vederci impegnati a essere custodi della memoria antifascista, a tramandare e a insegnare la storia che è maestra di vita: non conoscerla ci condanna a ripetere gli errori del passato. Dobbiamo impegnarci ogni giorno per mantenere la nostra libertà. E’ un compito necessario, perché tante persone hanno combattuto e hanno perso la vita per donarcela. Ai morti della resistenza Giuseppe Ungaretti dedicò una poesia :Qu vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce. Quella luce, precaria e in pericolo ogni giorno, va preservata e protetta, anche per rispetto di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la liberazione dell’Italia dal regime e dal giogo nazifascista, per ottenere giustizia ed uguaglianza. C’è un legame molto stretto tra il 25 aprile e la necessità di continuare a combattere contro diseguaglianze e discriminazioni, perché tutti abbiano pari diritti senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, così come è stato poi statuito nella nostra Costituzione. Dobbiamo quindi percorrere i sentieri tracciati dai tanti ragazzi che sono andati sulle montagne a combattere per la libertà, dai tanti uomini e donne che si sono impegnati coraggiosamente per la liberazione e la costruzione di un’Italia democratica e antifascista. Dobbiamo continuare a perseguire quegli ideali superiori che li hanno guidati. In questa giornata voglio ricordare tutti i lonatesi che hanno combattuto nelle varie brigate partigiane, ma soprattutto i nomi di coloro che sono caduti, fucilati o deportati, come Luigi Regalia, Domenico Lanceni, Giovanni e Giordano Giassi, Annunciato Crivelli. E’ importante tramandare i loro nomi, perché non vengano mai dimenticati. A loro va il nostro omaggio e deponiamo per loro “il fiore del partigiano, morto per la libertà”.

“Ora e sempre resistenza”! W il 25 aprile e buona festa della Liberazione.

Qui Cassano Magnago: Bella Ciao con la Lis

cassano 25 aprile 2022

Partecipazione numerosa a Cassano Magnago per l’ultimo 25 aprile di Nicola Poliseno in fascia tricolore. Il momento più toccante della cerimonia è stata l’esecuzione di “Bella Ciao” con la lingua dei segni Lis a cura dei Piccoli Cantori di Crosio della Valle:

Qui Somma: nel ricordo di Ugo Maspero

«Ugo Maspero ha donato tutto ciò che aveva per un bene superiore: la Libertà. Un Bene che non ha un prezzo, bensì un Valore, inestimabile. Durante la Resistenza ce lo hanno dimostrato ragazzi di diciotto anni e oggi ce lo ricordano uomini, donne e bambini ucraini». Lo ha detto il sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria, oggi durante la cerimonia del 25 aprile. Per il 77esimo anniversario della Liberazione il primo cittadino ha voluto fare un parallelismo tra i soldati ucraini impegnati oggi a difendere il loro Paese dagli attacchi russi e i partigiani italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Dal 2011, ogni anno, Somma ricorda la figura di uno di loro. Quest’anno è toccato a Ugo Maspero, a cui è intitolato il viale della stazione. 

Chi era Ugo Maspero 

Nato a Colico il 13 marzo 1926, residente a Somma Lombardo, entrò in giovane età nelle file della Resistenza. Combattè la guerra partigiana nell’Ossola con la Divisione Valtoce di Alfredo Di Dio, il cui motto era: “La vita per l’Italia”.  Il suo soprannome di battaglia era “Smith”. 
Morì l’8 settembre 1944 nell’assalto al presidio nazifascista di Piedimulera. Il suo sogno di liberare l’Italia dal fascismo e nazismo si spense negli stessi giorni in cui i suoi compagni, cacciati i nazisti e i fascisti, diedero vita alla Repubblica Partigiana dell’Ossola. 
All’alba dell’8 settembre, Ugo, mentre combatteva a Piedimulera, venne ferito e catturato dai fascisti, poi percosso e, ormai morente, venne legato dietro ad un carro e trascinato per le vie del paese per esibirne il corpo con un cartello attaccato per dispregio recante la scritta: “Ecco come finiscono i banditi”.  La sera, durante il secondo attacco, i compagni di Ugo entrarono nell’abitato e notarono un fascista morto in strada che imbracciava lo Sten di Ugo. 

Il 10 settembre si tenne il funerale. Il giorno della morte, Walter Alberisio, poeta di Piedimulera, vide il corpo senza vita di Ugo e in seguito scrisse una poesia intitolata “Ecce homo”

“Si era fatto partigiano
Col fucile di suo nonno
E un tascapane di coraggio
La trappola sul monte.
Inchiodato su una quercia
con le braccia appese al cielo
non fu che un‘edera sfinita
nella veronica del vento.
Venerdì di passione.
Martire di casa nostra,
su una scala a pioli il suo primo monumento.” 

Qui Sesto Calende: il silenzio delle trombe

Istituzioni in silenzio – con il vicesindaco Edoardo Favaron in fascia tricolore – e in fila, ad ascoltare il suono della tromba. Le note dell’inno d’Italia prima e poi l’omaggio ai defunti. Così Sesto Calende ha celebrato il 25 Aprile:

Uno stralcio del discorso di Favoron:

La guerra di Resistenza e Liberazione che gli italiani hanno combattuto non è dissimile da quella che l’esercito ucraino e i civili ucraini stanno combattendo contro I’aggressore Putin e il suo esercito. I civili e i morti che in diretta, oggi, le televisioni ci documentano, non sono diversi da quelli vissuti dai nostri concittadini dal 43 al 45. Io, nato nel 56, ho vissuto quei momenti storici attraverso i filmati che si tramandano da oltre 77 anni, non riesco a cancellare, reprimere, nascondere la gioia che quelle Immagini suscitano in me. La fine del nazismo: maggio 1945.

Qui Arsago Seprio, il 25 Aprile col sindaco alpino

Anche Arsago Seprio non ha rinunciato a celebrare la Festa della Liberazione. Istituzioni e associazioni, presenti. Compreso il sindaco Fabio Montagnoli, vestito in fascia tricolore e con in testa il cappello degli alpini, un ulteriore omaggio ai suoi “colleghi”: «Alla forza, al coraggio e al valore di chi ha combattuto per la nostra libertà».

Qui Castellanza: mostra in biblioteca e voglia di ripartire

Il sindaco e l’Amministrazione comunale di Castellanza con Anpi, Associazione Carabinieri in congedo, Marinai d’Italia, Bersaglieri, Caduti e Dispersi in guerra, Alpini e con la partecipazione del Corpo Musicale Santa Cecilia hanno rinnovato l’importanza dei valori di pace, libertà e uguaglianza attraverso una serie di iniziative che hanno coinvolto le scuole primarie e secondarie e la Biblioteca. Qui, sabato 23 è stata inaugurata dal sindaco Mirella Cerini e dall’assessore alla Cultura Davide Tarlazzi la mostra fotografica e documentaria “Aprile ’45. Ricordi della Resistenza a Castellanza” curata da Giancarlo Restelli e Luigi Roveda con la partecipazione di Andreina Colombo Passoni. La mostra sarà visitabile fino al 30 aprile, giorno dell’ultimo momento delle celebrazioni: alle ore 16.00, lettura di pagine storiche sulla Resistenza a Castellanza, a cura di Anpi Castellanza e con la partecipazione del gruppo “I Ragazzi della 3.a E” coordinati da Loredana Raneli.

Oggi, durante la commemorazione ufficiale del sindaco al monumento ai Caduti per la libertà alla Corte del Ciliegio, Cerini ha ricordato l’importanza di celebrare questa giornata. «Il 25 aprile – ha detto – è e dovrà restare sempre un dovere di noi italiani, a prescindere dall’età, dal luogo di nascita o di residenza, un dovere per continuare a ricordare che la libertà, come abbiamo dolorosamente riscoperto negli ultimi mesi, non è mai un bene definitivamente acquisito». Il sindaco ha poi ringraziato i castellanzesi insieme a Enti, Aziende sanitarie territoriali, associazioni, attività commerciali e volontari «per la tenacia, lo spirito di sacrificio e il senso civico dimostrato durante il periodo pandemico, convivendo con un virus che ha lasciato tanti vuoti nelle nostre famiglie e situazioni economiche precarie», ma anche per «la volontà e capacità di ripartire in questa fase di rilancio economico e sociale».

Varese busto arsizio 25 aprile – MALPENSA24