VARESE – Una crescita dell’1,3%, da tradurre con 978 nuove imprese. Il settore Terziario trascina la ripresa in provincia di Varese, lasciandosi alle spalle le difficoltà – quasi tutte – dell’anno del Covid. Questo è quello che dicono i dati aggiornati allo scorso 30 giugno, elaborati da EconLab Research Network all’interno del General Report 2021 di Spazio Indagine Varese. Numeri e percentuali presentati ufficialmente oggi, 16 dicembre, dal professor Alessandro Minelli, dell’università Ca’ Foscari di Venezia e responsabile del Dipartimento Management. Con un focus sul Commercio, il Turismo e i Servizi.
Il terziario
«Un anno positivo – ha detto – in cui si registra una crescita di sistema, di tutti i settori produttivi in provincia». Tra questi, l’agricoltura e l’industria. Ma in particolare, il Terziario. Che, con le sue 51.209 imprese totali, convoglia il 7,2% di quelle presenti in regione e si guadagna il 67,1% dell’economia territoriale, circa i due terzi dell’offerta. La maggior parte delle nuove realtà è caratterizzata dalle sedi d’impresa (+436, pari a un +1,1%), ma l’incremento più sostanzioso riguarda le filiali con sede in provincia (+1,9%).
Un segnale «importante», ha aggiunto Minelli. Che però urta con il «problema della longevità imprenditoriale». Nel senso che, in un contesto di crescita generale del numero di imprenditori (+0,7%), a peggiorare è il gap generazionale: aumentano gli over 50 e 70 (+3,9%), calano gli under 30 (-5,4%).
Il commercio
Torna a crescere anche il Commercio (+0,3%), «vuol dire 58 unità in più nel primo semestre». A sostenere il comparto sono in particolare le attività di vendita online (con 91 unità in più per un aumento del 21,7%), «uno degli effetti Covid che accentuato questo trend».
Mentre zoppicano il tessile e l’abbigliamento (-1,0%) e la casa e l’arredo (-1,1%). Il comparto conta oltre 18mila imprese attive a livello provinciale. Ma se da un parte calano le attività all’ingrosso (-62 pari a -0,9%), salgono gli esercizi al dettaglio (+100 pari al +1,1%). Nel corso della prima metà del 2021, si nota a un aumento degli esercizi non specializzati (+15 pari al +1,5%), in riferimento ai «minimercati fino ai 400 metri quadrati di superficie». Nel complesso, buoni i risultati del settore alimentare (+0,8%) e degli autoveicoli (+0,7%). Che hanno poi un valore fondamentale in quella «triade di comparti che hanno trainato il commercio, con segno positivo. Ovvero alimentare, elettronica e automotive».
Suddividendo la provincia in tre fasce, spiccano i numeri della parte meridionale, dove «sono concentrati più di tre quarti (73,7%) delle attività commerciali: nell’area varesina (28,2%), in zona Gallarate-Malpensa (23,4%) e in quella di Busto Arsizio-Seprio (22,1%). Cresce poi la fascia montana e delle valli (0,6%) e del lago Maggiore (0,8%), «di forte vocazione turistica». A sud, si registra un +0,6%. Più in difficoltà il saronnese (-0,6%).
Il turismo
Il settore del Turismo riparte. Nel 2020 ha comunque resistito agli effetti della pandemia (+82 unità locali pari al +1,4%) e i primi sei mesi del 2021 mostrano un comparto che punta ad espandersi (+91 pari al +1,6%). Allo stato attuale si conta un totale di 5.934 attività in provincia, che corrispondono all’11,6% dell’economia terziaria locale. A mostrare segni positivi, il settore della ristorazione (+79 pari al +1,5%), «in particolare le attività di somministrazione con posti a sedere e cucina». Buoni i numeri anche delle strutture ricettive (+8 pari al +2,3%) – «come agriturismi, B&B e affittacamere» – e delle agenzie di viaggi (+6 pari al +2,6%). In leggero calo Convegni e fiere (-2 pari al -2,2%) e soprattutto il sistema alberghiero (-3,1%). Su quest’ultimo, in particolare, «c’è una riflessione da fare». Sì, perché «il calo non è solo dovuto al Covid, è un fenomeno che si registra da almeno quattro anni». Diverse le potenziali ragioni, come «la caduta della domanda o le specializzazioni sui segmenti business. O forse per un problema di qualità delle struttura». Motivo per cui è necessario «ripensare all’offerta alberghiera».
Gli incrementi più importanti si registrano nell’area varesina (+2,0%) e del Lago Maggiore (+2,2%). Mentre nelle zone che hanno «meno vocazione turistica – come Gallarate, Busto e il saronnese – la crescita c’è ma è dimezzata rispetto alle altre».
I servizi
Fondamentale il ruolo dei servizi, settore determinante per la ripresa del terziario. Aggiornato a giugno, si contano 26.607 localizzazioni attive in provincia di Varese (il 52,0% dell’economia terziaria locale). Un trend in crescita dell’1,8%, che ha riguardato «oltre 500 attività locali», e che si è concentrata su «tre grandi sotto-comparti». Sono sanità e servizi sociali (+43 pari al +3,8%), credito e finanza (+81 pari al +3,3%), terziario avanzato (+162 pari al +3,1%). Seguono le attività di marketing e pubblicità (+18,9%) e di consulenza imprenditoriale (+4,9%), Informatica (+5,8%) e Ambientale (+13%).
In provincia di Varese il Terziario ai tempi del Covid resiste, innova e cresce