Settimo comandamento e “Mare fuori”, al Teatro di Varese la comicità dei Legnanesi

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VARESE – Da oggi, martedì 5 marzo, a domenica 10 Antonio Provasio (Teresa), Enrico Dalceri (Mabilia), Italo Giglioli (Giovanni) saranno alle 21 sul palco del Teatro di Varese con “7°…Non rubare”: un nuovo spettacolo per riabbracciare ancora una volta le decine di migliaia di spettatori che di anno in anno aspettano di trascorrere due ore spensierate con la famiglia Colombo, gli altri personaggi del cortile e gli sfavillanti boys. E il titolo per la stagione 2023-2024 è già promessa di divertimento assicurato, con la comicità de I Legnanesi alle prese con un comandamento quanto mai attuale.

Un ragazzo problematico da reinserire in società

Lo spettacolo si apre con i boys che trasformano le divise da galeotti in un’esplosione di colori, con un inno alla libertà. Dal primo quadro musicale al cortile, il passo è breve, per ritrovare i personaggi della tradizione alla prese con l’arrivo del giovane Carmine (Maicol Trotta) nella famiglia Colombo. Crescere in una famiglia tradizionale di sani e autentici principi oggigiorno è una grande fortuna: lo sa bene Mabilia che, consapevole di questo privilegio, partecipa a un concorso di beneficenza aggiudicandosi “l’adozione temporanea” di un ragazzo problematico, ma dal carattere incredibilmente travolgente. Il compito di Teresa e Giovanni sarà quello di reinserirlo in società fornendogli le basi solide e i principi morali essenziali per vivere onestamente e trovare un lavoro, mentre quello di Mabilia di vestire i panni di “sorella maggiore”.

In tribunale di fronte al giudice

«Sono 45 anni che faccio beneficenza!», esclama Teresa riferendosi al matrimonio con il Giovanni, in una girandola di battute esilaranti che accompagna gli spettatori nella nuova storia della famiglia Colombo. Teresa si troverà anche alle prese con un singolare direttore di banca, tra malintesi e diffidenza, sempre all’insegna dell’inconfondibile comicità. Ma si sa che le abitudini (anche quelle malsane, purtroppo!) sono dure a morire e, per colpa di una bravata commessa da Carmine, nella seconda parte dello spettacolo i tre Colombo si ritroveranno catapultati in un’imponente aula di tribunale di fronte al giudice e alla Carmela (Maurizio Albè) a “discolparsi” per qualcosa che non hanno commesso, soprattutto il nostro Giovanni che, con grande felicità di Teresa, rischierà addirittura la galera. Ma, quando tutto sembrerà degenerare senza via di uscita, tornerà a splendere il sereno, portando gli spettatori a riflettere sull’attualità del settimo comandamento.

L’omaggio al vino italiano

Un testo scritto da Mitia Del Brocco che, ogni anno, unisce magistralmente tradizione e innovazione in costante equilibrio come in questo nuovo spettacolo, in cui il connubio fra i profumi del tradizionale cortile e l’ispirazione tratta dalla serie di enorme successo “Mare fuori” lasceranno sbalorditi, portando gli spettatori dentro a uno spettacolo divertente, brillante e spassoso come solo I Legnanesi sanno fare.
La nuova storia della famiglia Colombo, la più divertente d’Italia, sarà accompagnata da sfavillanti scenografie e maestosi quadri musicali curati da Enrico Dalceri: la sua Mabilia sarà diva e regina della sfilata tra i flash dei boys-fotoreporter, con la Torre Eiffel sullo sfondo, e aprirà il secondo atto interpretando “La vita” di Antonio Amurri e Bruno Canfora, celebre brano portato al successo da Elio Gandolfi in abbinamento con Shirley Bassey al Festival di Sanremo 1968.
Spumeggiante e sontuoso il quadro di chiusura del primo atto, dedicato al vino italiano: ispirato a “Barbera e Champagne” di Gaber, tra botti sul palcoscenico, nei costumi è un tripudio di tralci di vite tra le paillettes e la gonna di Teresa si trasforma in un vero e proprio tavolo da osteria con tanto di tovaglia a quadretti; il giovane Carmine si trasforma in Bacco, Giovanni non si separa dal fiasco di vino, Mabilia canta a un bicchiere per fare cin cin e brindare all’amore. La regia dello spettacolo, come da tradizione, è affidata all’indiscussa professionalità di Antonio Provasio.

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