Vergiate 2030: «Birigozzi perdente. Il voto politico è solo fumo negli occhi»

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VERGIATE – «Vergiatesi, non fatevi incantare dalle illusioni, andiamo al sodo: si dice che la politica dovrebbe essere un servizio, facciamolo veramente». Prima di tutto è un appello, quello lanciato dai civici di Vergiate 2030, guidati da Romano Balzarini in vista delle Amministrative di ottobre. Ma è anche un’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. La campagna elettorale, in generale, è iniziata. E dalle prime uscite pubbliche delle varie liste, arrivano di conseguenza le prime osservazioni. Vergiate 2030 lo fa al veleno. Non solo in campo politico, visto che «ci proponiamo come una nuova lista davvero civica» e «siamo gli unici che rappresentano una vera novità rispetto alle ultime amministrazioni comunali, sia di centrodestra che di centrosinistra». Ma anche più praticamente. A partire dai «due nostri principali avversari», che «hanno proposto obiettivi ambiziosi». Da una parte il teatro di Daniele Parrino e Uniti per Vergiate. Dall’altra la scuola d’arte di Marta Birigozzi e i partiti di Insieme per Vergiate. Un modo per dire che «qui si stanno proponendo potenziali scatole vuote, strutture molto costose soprattutto da mantenere. Che a Vergiate non servono veramente».

«Non è tutto oro quel che luccica»

Balzarini e i suoi si propongono come civici «davvero». Un assist per accantonare la politica e lanciare varie osservazioni. Prima rivolte a Uniti per Vergiate, il gruppo di maggioranza uscente che ha scelto Parrino per il post Leorato. «La lista è di fatto un’espressione della sezione locale del Pd vergiatese. Civici veramente? Mica tanto. E facciamo notare che il cambio di candidato sindaco, inevitabile per legge, ha portato sin da ora un ben diverso approccio verso la cittadinanza, che Parrino fa notare a ogni occasione». Non solo: «E certo non si invochi ora il fantomatico fair play a solo vantaggio degli Uniti quando si è al governo del paese del tutto indisturbati da 10 lunghi anni e si può anche fare la campagna elettorale dall’alto della struttura comunale. Tagliando già la torta».
E sull’amministrazione degli ultimi anni lo dicono in maniera schietta: «Non è stata tutta oro in quel che si dice luccicare». Una considerazione che è diretta conseguenza della mancata opposizione. «Basti ricordare che il regolamento sul periodico comunale impone di lasciare spazio paritetico alle riflessioni di tutte le forze politiche. Da quanto tempo non leggiamo un articolo dell’opposizione vergiatese? Certo che se nessuno lo scrive, comoda la vita al governo di Vergiate, vero?».

 

Birigozzi e la questione politica

Lo sfogo passa inevitabilmente anche per la lista dei partiti, ovvero il centrodestra – Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lombardia Ideale – di Birigozzi. E «con tanto di loghi ben esposti». Un fatto che, secondo i civici di Balzarini, è «piuttosto raro in un Comune con poco meno di 9mila anime». Ma colori a parte, la «lista fa riferimento ad alcuni esponenti “storici” dei partiti di centrodestra vergiatesi, che hanno però perso le ultime 2 elezioni comunali. Viste le scelte fatte, pensiamo sinceramente che un’ideale candidatura a sindaco non debba essere espressione della politica di Somma Lombardo». Da qui, la prima stoccata: «E che politica, dato che, per Birigozzi, l’ultima e unica esperienza nella giunta sommese – da non eletta con 14 preferenze – è terminata dopo alcuni anni nel 2010». E affondano: «Poi ha collezionato due mancate elezioni nel consiglio comunale sommese, nel 2015 e nel 2020, con rispettivamente “ben” 12 e 18 preferenze personali». E non si fermano qui, taglienti aggiungono: «Ha dichiarato “Vinco? Certamente”, caspita sarebbe la prima volta». Allo stesso modo, ha detto «che noi siamo “senza esperienza amministrativa”, ma che coraggio. Se è per questo, aveva anche criticato il nostro programma senza averlo mai veramente letto dato che non lo avevamo ancora depositato».

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Il voto politico? «Fumo negli occhi»

Non solo Birigozzi, Il gruppo di Vergiate 2030 punta il dito su tutta la compagine politica che ha dato – e che darà – sostegno ai partiti di centrodestra. «Vogliamo ricordare all’illustre consigliere regionale sestese Marco Colombo, che ha dichiarato “voto nullo” riferito alle civiche, che la politica quando non rispetta più la volontà dei cittadini diventa solo arroganza». Un modo per dire che «non pensiamo che i vergiatesi potranno mai credere che Salvini, Meloni o Berlusconi verranno dopo le elezioni ad occuparsi delle buche nelle strade. Il voto politico alle elezioni comunali è solo fumo negli occhi della gente da parte di chi non ha altro di meglio da raccontare». A Vergiate «non abbiamo bisogno di politici di riserva calati dall’alto alla ricerca di una poltrona. Non chiediamo certo noi agli elettori di prendere decisioni politiche alla cieca, ma di decidere solo il meglio per il paese».

Lista Indipendente «a condizione familiare»

Infine riserva uno spazio anche a Lista Indipendente, l’altra civica che ha deciso di correre da sola con Sarah Carlini. E che Vergiate 2030 punzecchia come «supportata, al solito dietro le quinte, da chi tra un albero e una motosega ci risulta che sostenne già cinque anni fa la lista “Obbiettivo in Comune”. Che poi arrivò ultima». A cui si aggiunge «il solito schema di gestione “familiare”. Se qualcuno capisce a che pro? Del resto la derivazione è dichiarata anche nel programma. L’attuale candidata era stata nel 2016 la prima dei non eletti. Non ci esprimiamo oltre, perché veramente non abbiamo trovato altro da dire. E nei 5 anni appena passati di una “opposizione” civica non c’è traccia alcuna».

Le «scatole vuote»

Ora ci saranno gli appuntamenti in piazza, nelle frazioni e nel capoluogo, a calendario sui canali social del gruppo. «Pensiamo che il nostro sia un programma concretamente ambizioso. Con una forte attenzione sia alla promozione di ambiente e territorio, sia alla cura delle necessità sociali reali. Partendo da una puntuale e migliore manutenzione di quel che c’è già, fino alla realizzazione di un paio di obbiettivi importanti». Come «togliere sul serio il traffico pesante dal centro» e realizzare un plesso scolastico unico di medie ed elementari, «che sia un luogo di formazione migliore per i giovani». Non manca un appunto sugli «obiettivi ambiziosi» degli avversari. Nel senso che «si stanno proponendo potenziali scatole vuote che a Vergiate non servono veramente. O perché ci sono già, come una struttura in cui è possibile fare teatro e non solo, che esiste in centro da decenni, un patrimonio della comunità, che sarebbe a misura dei bisogni e delle potenzialità del paese se riqualificata». Non solo: «Perché pensare di realizzare una scuola d’arte qui? Non pensiamo che sarebbe molto utile al tessuto produttivo vergiatese e locale. Il talento per l’arte, per chi ne vuole fare una professione, va coltivato in luoghi con dimensioni e caratteristiche adeguate. A Vergiate c’è spazio sicuramente per più corsi formativi e ricreativi rivolti a giovani e nel nostro programma abbiamo anche detto come e dove farli, senza bisogno di nuove strutture. Ma una “nuova scuola” è solo uno specchietto per le allodole e basta».

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