Visiere protettive “made in Sesto” al Niguarda: le realizza Giovanni, 20 anni

SESTO CALENDE – Le face shields stampate nel salotto di casa a Sesto da Giovanni Trapella, giovane maker di 20 anni, proteggono il personale sanitario della rianimazione dell’ospedale Niguarda di Milano, uno dei centri di riferimento in prima linea nell’emergenza Coronavirus. E non solo, anche i volontari della SOS dei Laghi di Travedona Monate, e presto anche quelli del CVA di Angera e alcuni medici di base del territorio. Le face shields sono le visiere protettive che gli operatori in prima linea contro il Covid-19 utilizzano per coprire efficacemente il volto contro i rischi da contagio.

Made in Sesto

Un’altra storia in cui l’ingegno e la passione, con tanta buona volontà e voglia di aiutare, risolvono problemi essenziali in un momento così delicato nella battaglia contro il Covid-19. Il protagonista è Giovanni Trapella: ha 20 anni, vive a Sesto Calende ed è un giovane “maker”, un artigiano digitale che lavora con le stampanti 3D. Qualcuno forse lo ricorderà per le sue partecipazioni alla Maker Faire di Roma nel 2015 con il progetto “Arrow jacket” (una pettorina per la sicurezza dei ciclisti) e l’anno seguente con “Don’t forget me” (una mensola che aiuta a non dimenticare gli oggetti). Un ragazzo come tanti, con i suoi sogni nel cassetto e il desiderio di tornare presto alla normalità, che quando l’emergenza Coronavirus si è aggravata ha raccolto la sfida di realizzare, con la sua stampante 3D, le valvole di raccordo Charlotte e Dave, necessarie per trasformare le maschere da snorkeling della Decathlon in maschere respiratorie d’emergenza, secondo il progetto della Isinnova di Brescia, donandole all’Ospedale di Circolo di Varese.

Face shields

Ma Giovanni non si è fermato alle maschere da snorkeling, e partendo da uno spunto sulle “face shield” raccolto su Prusa Research, si è messo ad elaborare un suo progetto per rendere più sicuro e confortevole questo dispositivo di protezione individuale, essenziale per alcune categorie di operatori. Schermo in PVC, fasce regolabili per posizionarlo sul capo e supporti stampati in 3D: i primi 14 modelli di visiera protettiva sono stati consegnati ai volontari della SOS dei Laghi di Travedona Monate. Poi giovedì 2 aprile arriva la telefonata di un medico rianimatore dell’ospedale Niguarda di Milano: «In uno dei reparti di terapia intensiva Covid-19 stiamo per esaurire le face shields in dotazione». Un grido d’allarme a cui Giovanni ha risposto subito, senza pensarci due volte, mettendo all’opera per tutta la notte due stampanti 3D per realizzare i pezzi necessari: all’indomani mattina le visiere sono state assemblate e Giovanni Trapella le ha portate di persona consegnarle in ospedale al Niguarda. Ma ne servivano altre, così il giovane Maker ha chiesto una mano alla dottoressa Paola Cerutti, dirigente del Centro Formazione Professionale Ticino Malpensa di Somma Lombardo, istituto in cui Giovanni è docente di laboratorio, che a sua volta non ci ha pensato su due volte per mettere a disposizione la stampante 3D della scuola.

Catena di montaggio in salotto

Così il salotto di casa si è trasformato definitivamente in un laboratorio per la produzione e l’assemblaggio delle visiere protettive che sono state consegnate ieri mattina, 9 aprile. E dal Niguarda sono arrivati i ringraziamenti, accompagnati alle fotografie degli addetti del reparto di terapia intensiva che indossano le face shields “made in Sesto Calende”: «Volevamo esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto a supporto del  reparto. I nostri operatori sono protetti grazie a te. Grazie infinite». «Solo questo – confessa Giovanni Trapella – ha ampiamente ripagato per il lavoro svolto. La consapevolezza di aver fatto qualcosa di utile in questo particolare momento mi è sprona a continuare. Ne donerò altre al CVA di Angera e ad alcuni medici di base che me le hanno richieste. Sto anche sviluppando soluzioni diverse  per realizzare dispositivi di protezione per altri operatori impegnati nell’emergenza. Non è sempre stato facile reperire il materiale necessario e per questo motivo devo ringraziare la Polizia Locale di Sesto Calende ed il signor Antonio Corini di Golasecca, per il materiale tessile che mi ha donato». Un gioco di squadra per il bene di chi è in prima linea nella battaglia contro il contagio, un esempio che dovrebbe valere per tutti. Solo così #andratuttobene sul serio.

sesto face shields niguarda – MALPENSA24