Zappamiglio: «Ci sono due Forza Italia. Ecco perché mi sono dimesso»

Uno scatto in sede a Varese di Forza Italia quando ancora era unita con Zappamiglio

VARESE – Doveva essere la cena di Natale e invece si è trasformata nell’ultima cena. Di una Forza Italia fintamente unita e ora spaccata in maniera plastica e con l’assenso – presenza del coordinatore regionale Alessandro Sorte. Il quale, non si sa quanto in maniera consapevole, ha di fatto sbilanciato l’ago della bilancia, con un tilt pazzesco (polemiche roventi, tentativi di retromarcia e dimissioni del commissario provinciale) a poco più di un mese dal congresso. Il dado è tratto. Pietro Zappamiglio ha annunciato urbi et orbi le sue dimissioni e poi rilasciato a Malpensa24 le sue dichiarazioni.

Non giriamoci troppo intorno, Zappamiglio le sue dimissioni sembrano certificare l’esistenza di un partito lacerato e che arriverà al congresso spaccato. E’ così?
«Le mie dimissioni arrivano dopo una lunga riflessione condivisa anche con molti amici iscritti a Forza Italia. Il mio passo di lato è una presa d’atto del fatto che esistono due aree politiche e una di queste, quella che si è ritrovata a cena qualche giorno fa con il coordinatore regionale Sorte e alla quale non sono stato invitato, si è comportata coma un partito dentro al partito».

Frattura insanabile a questo punto. E tra un mese ci sarà un confronto duro. Che congresso sarà?
«Capiamoci. Io sono una persona libera e con queste dimissioni l’ho dimostrato. Certo questa scelta si porta dietro il rammarico di un dialogo mancato. Chi non era d’accordo sul lavoro impostato e portato avanti non ha fatto nulla per confrontarsi con il sottoscritto. E io non posso confrontarmi con le sedie vuote».

Si riferisce al direttivo mezzo deserto convocato la sera prima della “cena indigesta”?
«Se convoco un direttivo composto da 51 persone e 25 disertano per motivi differenti poi, la sera dopo, molti di questi sono alla cena ormai famosa, è chiaro che da commissario devo trarre delle conclusioni. Ripeto, peccato perché quella poteva essere un’occasione di confronto e peccato perché senza dibattito leale interno sui contenuti veri non si fa il bene del partito».

Ma ci sarà pur un motivo se si è arrivati a questa situazione. Perché è vero che Forza Italia a livello provinciale è spaccata in due, ma nelle varie realtà locali ognuno va un po’ dove gli pare e in molte è assente o silente. Crisi irreversibile?
«A parte l’amarezza per il caso della cena, la mia non è una questione personale. Io credo che Forza Italia possa avere un futuro e per questo ho lavorato. Il partito ha bisogno di gente che unisce, non di persone che dividono. Quando sono diventato commissario non ho mai pensato di avere nemici nel partito e l’obiettivo che ho cercato di condividere non è stato quello di rafforzare Zappamiglio, ma far crescere il partito in vista delle Europee e delle amministrative. Ecco credo che in questo momento serva chiarezza su questo obiettivo».

Quindi si candida in vista del congresso?
«Ci devono essere le giuste condizioni. Ovvero: la voglia di confrontarsi, di dialogare, di portare contenuti e visioni sul futuro di Forza Italia e, non ultimo, persone di valore».

E le tessere. Anzi, la sensazione è che il primo congresso di Forza Italia dopo oltre un decennio di commissariamenti ed escludendo quello del 2019 a villa Montevecchio di Samarate, tutto si riduca a prova di forza tra chi ha più tessere. Se così fosse sarebbe un po’ come giocarsi la tunica a dadi, non crede?
«Le tessere hanno la loro importanza, ma non sono certo quelle che ci faranno andare bene alle elezioni Europee o amministrative. Quindi se ci saranno le condizioni di cui parlavo sopra il congresso diventerà un momento di confronto e di crescita dove ci sarà anche la mia proposta progettuale».

Altrimenti, dicono i ben informati, c’è già chi è pronto ad accoglierla. Lo spettro politico è ampio: dall’area civica di Busto ad Eupolis.
(Zappamiglio ride). «Voci alimentate dal fatto che stiamo parlando di ambienti politici con i quali dialogo da tempo. Ma l’invito è riflettere su ciò che dico da sempre. Se Forza Italia vuol diventare il Partito Popolare Europeo non può che rinascere insieme a queste esperienze civiche dove, e anche qui non è un mistero, ritrovo tantissimi amministratori ed ex amministratori che sono stati a lungo in Forza Italia. Quindi io sono e rimango forzista, ma quando lavoro sul territorio e c’è una rete di amministratori civici che fa il bene delle nostre comunità non posso che condividere questa visione che va da Magrini, presidente della Provincia, a Eupolis passando per i civici di Busto con i quali mi sono confrontato anche qualche sera fa».

Zappamiglio forza italia – MALPENSA24