Stidda a Busto, parla uno degli arrestati: «Nessuna estorsione, chiedevo lavoro»

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BUSTO ARSIZIO – «Nessuna estorsione. Ero lì quel giorno a quell’ora per cercare lavoro». E’ stato ascoltato oggi, venerdì 7 febbraio, dal gip di Milano il 39enne bustese di origine gelese arrestato con altri due presunti complici dai carabinieri di San Donato Milanese lo scorso 5 febbraio. Pesanti le accuse a carico dei tre arrestati che rispondono a vario titolo di  tentata estorsione aggravata e incendio nei confronti di una società immobiliare. 

Prima l’incendio poi l’estorsione

Accuse che il 39enne, assistito dall’avvocato Francesca Cramis, oggi ha rigettato integralmente. Le indagini erano iniziate il 14 marzo 2019, quando, nel corso della notte, un noto imprenditore immobiliare, con un importante volume di affari, aveva subito l’incendio della sua società immobiliare, al secondo piano di uno stabile di San Giuliano Milanese. Incendio di natura dolosa. Qualche settimana dopo, nella mattinata del 2 aprile 2019, mentre l’imprenditore si sta recando a lavoro con la sua macchina, era stato avvicinato, davanti al suo ufficio, da un uomo che si ritiene essere uno degli indagati, il quale, presentandosi come un appartenente ad una nota organizzazione criminale mafiosa con chiaro accento gelese, gli ha intimato di preparare 150mila euro in contanti, da consegnare «a chi sa lui», senza aggiungere altro, facendo poi perdere le proprie tracce. «Ma manna a Stidda…. ( n.d.e. = mi manda la Stidda). Prepara centocinquantamila euro entro quinnici iorn….e tu sai a cu rivoggiti», avrebbe detto l’uomo.

Mai detto di essere della Stidda

Stando agli inquirenti a presentarsi quale appartenente alla criminalità organizzata di stampo mafioso sarebbe stato proprio il 39enne. Il quale ha negato anche questo dettaglio. «Il mio assistito ha dichiarato di non aver mai dichiarato di appartenere alla criminalità organizzata di stampo mafioso o non mafioso», commenta Cramis brevemente. Sul perché il giorno previsto per la consegna (controllata dai carabinieri) dell’incontro per la presunta estorsione il 39enne si trovasse nel luogo stabilito per l’appuntamento il bustese ha dichiarato: «Ero lì soltanto per chiedere di poter lavorare». L’avvocato Cramis ha chiesto che il 39enne venga messo agli arresti domiciliari.

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