Prevenzione e sicurezza prima di tutto: il lavoro non uccida più!

morto solbiate cgil varese

Il lavoro non può determinare perdita di vite umane, infortuni o malattie. L’integrità psico-fisica di chi lavora deve avere la priorità in ogni decisione o azione che guida ogni attività d’impresa.
Normative e procedure ci sono, si tratta di applicarle efficacemente. La sicurezza nei luoghi di lavoro non può essere messa in secondo piano o considerata come puro adempimento burocratico e formale.
Ciò che è accaduto venerdì 5 giugno a Samarate testimonia quanto la mancanza di adeguata prevenzione possa rivelarsi fatale, generando drammi umani e sociali incalcolabili.
I rischi interferenziali in caso di compresenza con aziende esterne in un luogo di lavoro vanno accuratamente valutati ed è necessario adottare ulteriori misure preventive che mettano in sicurezza tutti i lavoratori attraverso un accorto e puntuale coordinamento da parte dell’azienda ospitante.
Un’azienda può anche lavorare in sicurezza al proprio interno, ma se non attua una precisa organizzazione della sicurezza in presenza di aziende esterne, i rischi si moltiplicano per tutte le lavoratrici e i lavoratori presenti.
Nell’attesa che le indagini accertino dettagliatamente dinamiche e responsabilità, appare rilevante la centralità dei rischi interferenziali in quanto accaduto, concretizzatisi in danno estremo ed inaccettabile.
Attendiamo chiarezza anche rispetto alle modalità di assegnazione o subappalto dei lavori, altro elemento troppo spesso peggiorativo in merito alle condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro.
Spesso nei cantieri, nelle attività di manutenzione e di impiantistica, le modalità di assegnazione degli interventi ad opera di esterni non seguono le procedure corrette e spesso includono lavoratori con partita Iva o piccole aziende artigiane, come in questo caso, esposti a rischi elevati.
La valutazione dei rischi, la prevenzione e la sicurezza, insieme a regolari procedure d’appalto, servono proprio a garantire che ogni lavoratore possa svolgere la propria attività dignitosamente e senza danni immediati o futuri, tornando a casa sano al termine del proprio lavoro e garantendogli salute ed integrità nel tempo.
Questi eventi non dovrebbero mai accadere, occorre pretendere sempre la massima cautela e attenzione alle regole, il “trauma” subito dei lavoratori della società Resilia è un’esperienza terribile ed è la ragione perché esprimiamo la nostra vicinanza.
La comune volontà delle organizzazioni sindacali, dell’azienda e dei lavoratori di perseguire l’obiettivo primario della sicurezza è evidente, e lo si evince dalla disponibilità delle parti ad un confronto deciso e pragmatico.
Un accorato pensiero va al lavoratore Pasquale Setaro e alla sua famiglia cui ci stringiamo in questo momento indicibilmente doloroso, determinati nella continua azione per la diffusione della cultura della sicurezza, affinché diventi comune patrimonio condiviso in tutti gli ambienti di lavoro e nessuno più si ammali o muoia nello svolgimento della propria attività.

Dipartimento Sicurezza Cgil Varese e Filctem Varese
samarate morto lavoro cgil – MALPENSA24