Funerali laici in aumento a Busto, i celebranti: «È un cambiamento culturale»

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BUSTO ARSIZIO – «Negli ultimi mesi ci hanno contattato molte più persone per un funerale laico. L’arrivo del Covid ha cambiato tutto, ma i numeri sono aumentati soprattutto per il passaparola». Come ha osservato Fabrizio Bottigelli, celebrante di Busto Arsizio, più che a causa dell’emergenza, è successo per un cambio di cultura: «Per questo tipo di evento c’è sempre stato il bisogno di una ritualità. Noi offriamo una cerimonia più raccolta, e intima, che aiuta sicuramente».

L’isolamento e l’importanza della ritualità

In città è disponibile dal 2018 una sala polifunzionale per le cerimonie laiche: «È necessario anche uno spazio per dedicare un po’ di ufficialità», ha spiegato Bottigelli. «È priva di simboli religiosi e abbiamo musiche e immagini per rendere il tutto più evocativo. L’aumento di richieste – significativo – che abbiamo riscontrato è dovuto soprattutto al fatto che coloro che si rivolgono a noi ricercano qualcosa di più personalizzato per il loro defunto». Come ha sottolineato Costanza Colombo, celebrante bustocca che ora vive a Ghiffa, l’isolamento dovuto alla pandemia ha messo in risalto l’importanza della ritualità funebre: «La dimensione della morte è diventata una realtà sospesa. E non essere presenti quando la persona è mancata peggiora questa sensazione».

L’assistenza gratuita durante il primo lockdown

Durante il primo lockdown, insieme ad alcuni colleghi di Cerimonie Uniche, Colombo aveva offerto la sua assistenza in forma gratuita: «La nostra rete fornisce, nel caso di un lutto, delle figure professionali per dare un aiuto pratico e, indirettamente, psicologico. Il funerale non è un evento necessariamente religioso. Lo è certamente per chi aderisce a una fede ma per quanti hanno invece una visione aconfessionale della vita esistono il funerale laico e una serie di proposte rituali – la cerimonia funebre laico-umanista, la cerimonia di tumulazione laica al cimitero e la cerimonia laica di dispersione delle ceneri – per rendere omaggio ai valori e al lascito del defunto, e celebrare ciò che è stato in vita».

Colmare il vuoto nel settore funerario

«Il bisogno di accomiatarsi degnamente, e in modo personale, da un nostro caro prescinde dalla religione; accomuna tutti gli esseri umani, sia laici che credenti. Il funerale e la ritualità in generale fanno in modo che parole, silenzi e gesti diano sfogo all’afasia che ci coglie dopo un lutto. Inoltre è un atto sociale, e quindi ci fa sentire meno soli nel dolore. Ultimo, ma non meno importante: è proprio il funerale che, accompagnando i dolenti nel distacco, dà avvio al delicato processo di elaborazione del lutto». Sebbene le richieste per le cerimonie in versione laica siano in aumento, molta gente non è ancora a conoscenza di questa possibilità o, a volte, la sminuisce: «Occorre più informazione a riguardo: aiuterebbe anche a sensibilizzare gli operatori del settore funerario ad adeguarsi e colmare il vuoto che c’è su questi temi».

Cerimonie laiche, assistenza gratuita a chi ha perso un caro per il Covid

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