La basilica restituita ai Gallaratesi. Delpini: «Questo sia l’altare di tutti»

gallarate delpini altare

GALLARATE – «Su quest’altare sono tutti rappresentati. Cristiani e pagani, santi e peccatori. Questa è la mensa del Signore che accoglie tutti». E’ densa e si rivolge direttamente alla città l’omelia di Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano che questa mattina ha officiato la Messa solenne con la quale la basilica di Santa Maria Assunta è stata restituita ai gallaratesi. Due anni di restauro da cui sono nati due nuovi poli liturgici a opera di Claudio Parmiggiani: l’ambone e l’altare, la cui dedicazione solenne è appunto avvenuta alle 10.30 di oggi, domenica 11 novembre.

«Non vivete con rabbia»

In prima fila il sindaco Andrea Cassani, molti esponenti della giunta e delle istituzioni territoriali. Monsignor Delpini ha continuato: «Oggi in troppi scelgono di vivere con rabbia. Hanno sostituito la rabbia, la paura alla speranza. Quest’altare ci ricorda che non è questa la via da seguire». L’Arcivescovo di Milano ha voluto essere chiaro, ricordando la crocifissione del Cristo. «C’è chi si è ribellato – ha detto – c’è chi ha voluto cercare un colpevole per la propria rabbia. E c’è stato chi, davanti alla crocifissione di Cristo, non ha reagito con cinismo non riuscendo a distogliere lo sguardo. C’è stato chi ha scelto di attraversare una porta di speranza, di fede. Di abbracciare la vita e di non reagire con rabbia davanti alla morte. Così noi oggi dobbiamo vivere da cristiani». Non distogliere lo sguardo, abbracciare la carità. «Carità non significa fare distrattamente l’elemosina – ha proseguito Monsignor Delpini – significa stringere una mano, creare relazioni che ci rendono tutti fratelli. Tutti. Di Paesi diversi, di religioni diverse, tutti dobbiamo trovare posto intorno a quest’altare che è la Mensa del Signore»

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Un dono per le giovani generazioni

La basilica questa mattina era traboccante di persone: ad ascoltare le parole di Monsignor Delpini, a cercare di sbirciare quell’altare che è insieme «opera d’arte bellissima e simbolo di come si debba vivere da cristiani autentici», c’era tutta Gallarate. «Vi consegno tre parole, tre messaggi importanti che dovrete trasmettere a tutti: carità, speranza e gioia. Via rabbia e paura», ha concluso l’Arcivescovo di Milano. La basilica, magnifica dopo l’intervento di restauro, oggi ha ricevuto l’abbraccio dei suoi fedeli. Il lungo cantiere, come ricorda Monsignor Ivano Valagussa «nasce dal desiderio a lungo coltivato dalla comunità parrocchiale di restituire alla sua bellezza e funzionalità originale la basilica di Gallarate. Un desiderio reso possibile dalla generosità del benefattore Franco Moggio e pazientemente preparato dalla commissione affari economici con l’apporto di persone competenti nel restauro degli edifici sacri». Conclude Monsignor Valagussa: «Un progetto dal respiro ampio che abbraccia la storia della città, la sensibilità artistica culturale e soprattutto la passione educativa rivolta alle giovani generazioni».

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