Busto, coca nascosta tra gli ananas: così la droga da Malpensa arrivava in tutta Italia

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BUSTO ARSIZIO –  Droga e ananas: la cocaina arrivava da Santo Domingo a Malpensa nascosta in cassette di frutta. Presa tutta la banda: all’appello manca soltanto il super boss latitante dal 2015 e probabilmente nascosto a Santo Domingo. Il gruppo criminale ha persino perso un carico da due chilogrammi di coca consegnati per sbaglio a un fruttivendolo di Padova che, notando i panetti di stupefacente tra gli ananas, ha immediatamente allertato i carabinieri. La polizia di Busto Arsizio ha eseguito oggi, mercoledì 28 novembre, sette provvedimenti di catturarichiesti dalla Procura distrettuale antimafia di Milano nell’ambito di un’inchiesta sul traffico internazionale di droga. I sette uomini in arresto farebbero parte di un’associazione criminale dedita alla «distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina», come ha sottolineato Franco Novati, dirigente del commissariato di Busto. Al vertice della banda ci sarebbe un latitante di origini calabresi, Mario Palamara, 49 anni, di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria),  con base a Busto Arsizio. Per lo smercio, sembra che l’uomo potesse contare anche su complici addetti allo scarico merci all’aeroporto di Malpensaper far arrivare in Italia, direttamente dal Sudamerica, le partite di droga. Oltre alla Lombardia il traffico interessava anche la Sardegna, dove il capo aveva un proprio referente.

Coinvolti anche lavoratori dello scalo aeroportuale

La cocaina era nascosta in cesti di ananas provenienti da Santo Domingo, i membri della banda erano dotati di  sofisticati software (importati dal Canada) per i cellulari, il gruppo annoverava anche prestanome con auto modificate. In diversi blitz, gli agenti hanno sequestrato loro 45 chili di droga. A quanto emerso la banda chiamava le partite di droga «pali», «puntini», «metri cavi» durante ogni conversazione. I loro cellulari, per non essere intercettati, erano dotati di software in grado di criptare il segnale e cancellare da remoto gli sms. Le auto usate per spostare la droga erano intestate a terze persone e con appositi scomparti per nascondere la droga. Il tutto inutilmente. Nel luglio del 2006 la Polizia ha arrestato un 30 enne di Busto Arsizio con mezzo chilo di cocaina, appena ritirata a Milano dalle mani uno dei gestori dell’organizzazione. A settembre un ignaro commerciante di frutta tropicale ha scoperto 2 chilogrammi di coca tra gli ananas appena scaricati nel suo magazzino di Padova. Si trattava della rimanente parte di un carico da 7 chilogrammi sfuggiti agli addetti dello scarico merci dell’aeroporto di Malpensa, complici dei pusher. A novembre sono finiti in manette un 26 enne di Lazzate e un 59 anni di Magnago, mentre nel parcheggio di un centro commerciale di Saronno (Varese) si stavano passando 2 kg di polvere bianca, su indicazione di due trafficanti.

Palamara, primula rossa in fuga da 3 anni

Stando all’inchiesta, i vertici del gruppo erano Mario Palamaralatitante dal 2015 con casa a Barlassina (Monza) e Salvatore Antonino Costantino, 53 enne di Milano originario di Nicotera (Vibo Valentia). Palamara, in stretto contatto con trafficanti sudamericani nonostante la latitanza, avrebbe fatto arrivare in Italia svariati chilogrammi di cocaina. A reperire la clientela ci avrebbe pensato Francesco Ceravolo, 64 enne di Montebello Ionico (Reggio Calabria) residente a Busto Arsizio. Della droga stipata nell’area cargo dell’aeroporto si sarebbero occupati Raffaele Cirillo, 48 anni e Angelo Grilli, 51 enne, tutti e due di Lonate Pozzolo, rispettivamente ex dipendente di una cooperativa scarico merci il promo tuttora dipendente il secondo. Sempre loro avrebbero consegnato la cocaina nelle mani di altri complici fuori dallo scalo.

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