Ferno, nasce la biblioteca del futuro. Ma è scontro con le opposizioni

FERNO – Nuova biblioteca di Ferno, atto primo. O meglio, il primo passo per quello che sarà un luogo tutto nuovo, negli spazi, nella sua offerta culturale e anche nel nome. Per il sindaco Gesualdi, «un investimento per il futuro che rappresenta il cuore del mio mandato. Però non useremo più il nome di biblioteca», per quello che sarà tutto tranne che un progetto calato dall’alto: al contrario, cittadini, associazioni e scuole sono tutti chiamati a dare le indicazioni per il nuovo polo culturale di Ferno.

biblioteca ferno gesualdi Libri e molto altro

Oggi 12 dicembre, appunto, si è tenuto il primo di una serie di incontri in cui ci si confronterà sui bisogni e i desideri dei cittadini: primi a prendervi parte le associazioni cittadine, chiamate a compilare un questionario con varie tipologie di domande. Insieme al sindaco e all’assessore alla Cultura Sarah Foti, presenti due rappresentanti del sistema bibliotecario Panizzi, che si occuperà di studiare il passato della biblioteca esistente – quindi flusso e tipologia di utenza, generi di libri presi in prestito, carenze – e di anticipare il futuro. Ovvero di raccogliere, appunto, i pareri di chi la biblioteca la frequenta per capire come dovrà essere la nuova struttura. Ma anche di ascoltare chi in una biblioteca non è mai entrato, per capire perché, e di cosa c’è bisogno per attrarlo nel nuovo polo. «Ferno sta facendo un investimento coraggioso ma che guarda al futuro – spiega Massimiliano Pani – con questo studio capiremo come offrire un servizio migliore per quella che sarà molto di più di una semplice biblioteca». I libri cartacei, a scanso di equivoci, ci saranno. Ma accanto ad essi potrà nascere molto altro: «Non verrà snaturato lo spirito della biblioteca – continua l’assessore Foti – che sarà inglobata, anche fisicamente, nel nuovo progetto. Ma potranno esserci uno spazio multimediale, un’area lettura, un punto per i videogiochi, una sala destinata agli incontri per le associazioni e molto altro». Il modello a cui molti guardano è la Bica di Carnago, «un luogo personalizzato sul territorio, che ha dimostrato come una biblioteca moderna può diventare un polo di aggregazione sociale: vi sono stati celebrati persino tre matrimoni».

«Progetto imposto»

Insomma, il centro della cultura di Ferno nascerà a breve. Ma c’è chi non è convinto del fatto che si tratti davvero di un progetto partecipato. Presenti all’incontro di questa sera anche i consiglieri di minoranza Massimo Regalia,  Claudia Colombo, Carlo Ferrari, per cui «a cosa serve chiamare ora i cittadini a partecipare se il progetto c’è già? Se tutto è deciso non è un vero progetto partecipato». Spiega Gesualdi che «è stato solo assegnato l’incarico al progettista», ma il progetto non esiste ancora. L’investimento sarà di circa 600 mila euro e l’intenzione è quella di cominciare con i lavori entro la fine del 2019; la struttura andrà «ad inglobare quella esistente, sviluppandosi alle sue spalle, ma con un ingresso indipendente che non vincoli la biblioteca agli orari degli uffici comunali». In modo che nasca a Ferno un luogo davvero aperto a tutti: «Quando si investe sulle biblioteche si fa più cultura – conclude Massimiliano Pani – e quando cresce questa, si genera ricchezza e si crea comunità».

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