Dopo 62 anni chiude il Campiglio, storica birreria. Oggiona lo onora con una targa

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OGGIONA SANTO STEFANO – Il Campiglio, storica birreria di Oggiona Santo Sefano, chiuderà domenica 30 dicembre. L’amministrazione comunale ha deciso di consegnare a Eugenio Ongaro, il titolare, una targa come riconoscimento per l’importante funzione di aggregazione svolta dal locale in sessantadue anni di vita. La cerimonia si è tenuta in municipio nella mattina di oggi, sabato 22 dicembre, alla presenza del sindaco Stefania Maffioli, del vicesindaco Pasquale Carrozzo, di Piero Colombo, assessore a Territorio e Urbanistica, e dei consiglieri Silvano Brena e Fabrizio Sorrentino.

«Ci sono passate tre generazioni»

L’onoreficenza è stata conferita a causa dell’importante ruolo svolto dal locale per l’intera comunità: «Come amministrazione ci teniamo a riconoscerlo, anche a memoria di tutti i bei momenti. È stato un punto di riferimento per tante famiglie», ha dichiarato Maffioli. «Ci sono passate tre generazioni», ha aggiunto Colombo.
Ongaro abbandonerà la direzione del bar per andare in pensione e dedicare più tempo alla famiglia. Tra le ipotesi sul futuro del Campiglio c’è quella di lasciarlo così com’è e farne un punto di ritrovo per qualche attività diversa, magari del Comune, ma niente è stato ancora stabilito. Anzi, al momento sono soltanto supposizioni. «Ancora non ci pensiamo, a fine anno chiudiamo. Poi, a bocce ferme, decideremo cosa fare».

Una forte connotazione territoriale

La storia del Campiglio ebbe inizio il 2 giugno 1956 quando la struttura venne rilevata da Annibale Ongaro e Angelina Fortunato, i genitori di Eugenio, Marina e Sonia. Il bar divenne rapidamente un punto di riferimento e d’interesse in paese, complice anche la vicinanza al campo da bocce e il negozio di generi alimentari che Angelina aprì tempo dopo nello stesso stabile. La posizione geografica del rione Campiglio, che si trova una zona separata perché delimitato da una valle, contribuì ad accrescere ancora di più la forte connotazione territoriale del luogo di ritrovo. Nel 1996 Eugenio e Marina ristrutturarono il Campiglio, trasformandolo in una brasserie con piatti tipici tirolesi e una predilezione per le birre del Belgio. Forte di una scelta di quattrocento etichette, grande successo riscosse l’happy hour del mercoledì che per anni richiamò moltissime persone anche da fuori paese. Come ha osservato Ongaro: «Centocinquanta litri che se ne andavano a serata». Rivelando poi: «Il segreto è nel modo di spillarle e versarle».

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