Baff, giù il sipario sull’edizione del Ventennale. E ora i “contro-premi”

BUSTO ARSIZIO – Una grande torta a forma della scritta “Baff 20” ha chiuso la ventesima edizione del B.A. Film Festival, con la cena finale per artisti, autorità e staff (made in Busto, Crespi catering) nel grande salone del Campus Reti di via Mazzini. Un traguardo significativo per la rassegna cinematografica lanciata nel 2003 tra tante perplessità, ma che continua ad essere un grande appuntamento culturale per Busto e il territorio.

L’edizione del Ventennale passa alla storia con un cast stellare, con tre premi Oscar (Bille August, Vittorio Storaro e Anthony La Molinara) e tanti protagonisti del cinema italiano ed europeo (Anita Caprioli, Franco Nero, Lidia Liberman, Liana Orfei, Giorgio Tirabassi, Ricky Tognazzi, Neri Marcorè, Leonardo Di Costanzo, Milena Mancini, Marco Giusti, Augusto Barbera e la “madrina” Liliana Fiorelli, solo per citare i più importanti). E ora, dopo una settimana di appuntamenti, siamo noi ad attribuire, tra il serio e il faceto, i nostri “contro-premi”.

  • Premio come miglior ospite a Lidia Liberman: il suo monologo sulla tragedia dell’Ucraina vista da chi è sotto le bombe rimane il momento più intenso di tutta la kermesse. Chapeau.
Lidia Liberman
  • Premio “Space Cowboys” a Vittorio Storaro, Liana Orfei e Franco Nero: hanno passato gli 80 anni, ma hanno una vitalità e una voglia di raccontare la loro passione per il cinema da far impallidire i colleghi millennials. Loro le migliori lezioni del festival, in particolare quella di Storaro, un’ora filata sotto lo Spaziofestival con il vento che soffiava. Sarebbero da clonare.
  • Premio “The Eternals” a Riccardo Rossi: per dirla alla Sabrina Ferilli, “quanto ce piace” quando cita Bustarzizzio alla sua maniera. L’ospite più fedele fin dalle primissime edizioni – “con il Signor Francis Ford Coppola“, come ha precisato sul palco della serata finale – ma anche una vera spalla in ogni occasione con la sua straordinaria verve. Un supereroe del Baff. Alla prossima, e sappiamo che non sarà solo un saluto di rito.
  • Premio “Ma che bella sorpresa” a Liliana Fiorelli: ai tempi del #metoo la figura della madrina è forse fuori tempo, ma lei come co-conduttrice della serata finale è impeccabile e spigliata, e poi è piena di energia e di entusiasmo, attivissima sui social a pubblicizzare la sua presenza a Bustarzizzio, detto “à la Riccardo Rossi“, e dal vivo a ripetere che il Baff è “pazzesco” e “porta bene”. Merita già di tornare, e siamo pronti a scommettere che la rivedremo presto. Stasera tutti sintonizzati su Raiuno per l’ultima puntata di “Noi” in cui recita la “nostra” Lili.
Liliana Fiorelli
  • Premio “Missing” ai bustocchi: inspiegabilmente scomparsi in occasione della serata finale (e in parte anche in quella inaugurale). Un teatro Sociale così vuoto non si è mai visto, detto da chi c’è sempre stato. E l’onda lunga del Covid non può essere una valida giustificazione, visto che le sale si erano riempite durante la settimana. Se un ricchissimo cast di ospiti, con due premi Oscar, una splendida madrina e il regista del momento, non basta, forse occorrerà ripensare alla formula delle premiazioni.
  • Premio “Ghost Town” alla politica bustocca: niente da dire sul sostegno garantito al B.A. Film Festival, che è arrivato puntuale e quest’anno senza alcuna polemica dopo l’incremento di risorse per la ventesima edizione. Ma se togliamo le presenze istituzionali (il sindaco Emanuele Antonelli ha ringraziato e spronato ad andare avanti) e qualche sparuto “cameo” qua e là, fatta eccezione per la vicesindaco Manuela Maffioli che ci tiene davvero (e che ha abdicato gli ultimi giorni solo per cause di forza maggiore) e per l’ex sindaco Gigi Farioli cinefilo vero, la politica bustocca ha in gran parte brillato per lontananza e assenza rispetto a quella che dovrebbe essere la manifestazione principe del ricco panorama culturale cittadino. E anche alla serata finale, dove comunque la giunta era presente quasi al completo con alcuni esponenti della maggioranza in consiglio comunale, le tante poltroncine riservate alle autorità rimaste desolatamente vuote non sono state un bello spettacolo. Si vede anche che la prossima campagna elettorale è ancora lontana.
Alcuni dei consiglieri comunali presenti alla serata finale
  • Premio “Kung Fu Panda” a Celeste Colombo: l’irriducibile del festival, presenza fissa ad ogni appuntamento e sempre pronto a rompere il ghiaccio con una domanda agli incontri. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Celeste Colombo con Ricky Tognazzi
  • Premio “Ecce Bombo” a Paolo Castelli: come diceva Nanni Moretti, “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. E il buon Paolo, da vent’anni una colonna del festival, complice anche qualche male di stagione, è venuto ma, proprio come il Michele Apicella del film, è come se si fosse messo vicino alla finestra mentre gli altri ballavano. L’anno prossimo lo rivogliamo protagonista a tutto tondo.
  • Premio “The Place” al cinema Ratti di Legnano: è la “Bombonera” del Baff. Due serate da sold out per gli omaggi, non banali, a Pier Paolo Pasolini e Ugo Tognazzi, impreziositi dalle ospitate di Neri Marcorè e Ricky Tognazzi. Segno che il popolo dei cineforum continua ad essere la linfa vitale di questo festival, da valorizzare.
  • Premio “Le invasioni barbariche” al cinema Lux: altro che periferia dell’impero, nella prima edizione fu teatro della visita di Roy Scheider, primo superospite internazionale del festival, e nella ventesima è stata la location in cui si è svolto l’evento forse più azzeccato di questo Baff, la lezione in musica di Gino Castaldo sull’eterno duello tra Beatles e Rolling Stones. Sacconago caput mundi.
La platea del Lux di Sacconago per Gino Castaldo
  • Premio “Ritorno al Futuro” ai cinema di Busto: dopo anni a bearsi delle “monosale” cinematografiche che resistono, la realtà è che a Busto i film in prima visione sono troppo pochi per quella che si vuole definire “città del cinema”. Lunga vita al Manzoni che ha ancora la forza di proporli, ma ben venga un cinema multisala all’ex Mizar per ricostruire un mercato, per dirla con Gabriele Tosi, che anche al Baff serve eccome.
  • Premio “Frozen” a Steve Della Casa: sua la battuta più raggelante del festival, “Come dicono a Pescara, Chieti e ti sarà dato”, pronunciata allo Spaziofestival a fianco di Liana Orfei. Ma al grande Steve concediamo anche questa, come i suoi outfit sempre molto “casual”, per usare un eufemismo.
Steve Della Casa all’ICMA per la Masterclass di Giorgio Tirabassi
  • Premio “Amarcord” al Dopofestival: è bastato qualche chicco di melograno con il prosciutto crudo nell’antipasto della cena finale per riportare alla mente i tempi d’oro del Dopofestival al “Melograno” di via XX Settembre. A Busto un locale così cinematografico non c’è più, ma per la prossima edizione, quando si spera che le restrizioni Covid saranno un brutto ricordo del passato, la tradizione delle serate post proiezioni aperte anche al pubblico andrà ripristinata.
Gianni Ripoli del “Melograno” con Gianni Cavina e Alessandro Haber
  • Premio “Miracolo a Milano (anzi, a Busto Arsizio)”, al B.A. Film Festival: è vero, una volta arrivavano Francis Ford Coppola, Peter Fonda e Danny Glover, ma erano altri tempi e altri budget. Ora con 70mila euro di finanziamento da parte del Comune (in tutto poco più di 100mila per tenere in piedi l’intero sistema cinema di Busto) e i contributi degli sponsor, dalla giustamente premiata Chimitex al colosso Reti Spa, mettere in piedi una kermesse così ricca e piena di ospiti illustri ha del miracoloso. Citofonare in particolare Steve Della Casa, Gabriele Tosi e Alessandro Munari per i ringraziamenti e i complimenti. E teniamoceli stretti, perché a Torino Steve si è messo alla guida di un festival che ha un budget da 1 milione e 750mila euro, ma a Roma la neo direttrice della Festa del Cinema Paola Malanga, anche lei ospite del Baff, potrà contare su oltre 4 milioni. Quindi, sì, anche questo Baff è un piccolo miracolo.
busto arsizio baff premi – MALPENSA24