Baff, «una settimana alla grande» per il Ventennale. Ma il red carpet è per pochi intimi

BUSTO ARSIZIO – «È stata l’edizione della ripartenza, con tre premi Oscar e un ottimo successo di pubblico». Così il direttore artistico Steve Della Casa ha sintetizzato il B.A. Film Festival numero 20, prima di trovarsi a condurre la serata finale – in tandem con la madrina Liliana Fiorelli, talento emergente del cinema italiano – di fronte ad una sala del teatro Sociale inspiegabilmente semideserta. Ma anche per il sindaco Emanuele Antonelli (che chiama l’applauso per la vice e assessore alla cultura Manuela Maffioli, assente giustficata) lo spettacolo del Baff si è guadagnato in pieno la promozione: «Una settimana alla grande. Ma non è un miracolo, è il frutto della passione e della professionalità della squadra del festival. Andiamo avanti perché questo è il bene che trionfa contro il male». E il pensiero è alla guerra alle porte che ci angoscia così tanto.

Il bilancio dell’edizione n° 20

Pensando al dramma dell’Ucraina, il presidente Alessandro Munari va in scia al sindaco: «Non ce l’abbiamo con la Russia e con la sua cultura ma con chi la dirige e ha perpetrato un’aggressione assurda». E quindi l’ormai abituale “premio Stachanov” a chi nello staff lavora per organizzare il Baff viene sostituito dalle colombe della pace, che vengono assegnate a Caterina Torretta e Vanessa Magni. Al di là del “neo” della serata finale, il bilancio dell’edizione del Ventennale è più che positivo. «Sale pienissime – sottolinea la co-direttrice Paola Poli – una bella edizione piena di ospiti importanti». E Munari parla di «un Ventennale pieno». Insomma, un festival in salute nell’«enclave» del cinema, definizione coniata dal milanese Luca Lucini, regista e membro del comitato scientifico dell’Istituto Cinematografico Antonioni, premiato insieme agli amici di vecchia data del festival. Gabriele Tosi ricorda «gli amici che non ci sono più», Leonardo Besnati, Loris Ongaro, Giovanni Garavaglia e anche Peter Fonda. «Vent’anni di Baff hanno dato qualcosa di significativo alla nostra città e al nostro territorio – sottolinea il primo presidente – tante sale nel frattempo hanno chiuso, come l’Oscar e il Pozzi, ora arriva il multisala, ma non toglierà niente alle nostre sale».

I vuoti in sala

Red carpet con tante star ma poco pubblico in sala. Era “mezza vuota” alla serata di apertura di sette giorni fa, stavolta Busto Arsizio riesce a fare anche peggio per il gran finale della settimana del festival. Meno di 200 persone in platea al Sociale, con le sedie riservate alle autorità in parte rimaste desolatamente vuote. Un flop inaspettato, che non rende merito al ricco cast messo insieme dai direttori artistici Steve Della Casa e Paola Poli per celebrare la ventesima edizione del Baff. E che arriva dopo una settimana punteggiata di sold out (due al cinema Ratti di Legnano) e dopo il successo registrato solo 24 ore prima al Lux di Sacconago dalla serata con Gino Castaldo. Forse è solo la formula delle premiazioni che non attrae più un pubblico culturalmente esigente come quello bustocco.

Il cast della serata

Eppure sul palco sono saliti due premi Oscar (per un totale di quattro statuette), il direttore della fotografia Vittorio Storaro e il “mago” degli effetti speciali Anthony La Molinara. Registi di tendenza come Leonardo Di Costanzo (11 nomination ai David di Donatello con il suo “Ariaferma“) e Francesco Costabile, ma anche affermati come Luca Lucini. Attori di talento come Milena Mancini, Lina Siciliano e Maurizio Bousso. Personaggi televisivi come Riccardo Rossi, presenza ormai stabile a Busto, e Marco Giusti, già al timone di “Stracult”, a cui è stato attribuito il premio “Lello Bersani” 2022. E ancora professionisti di spessore del mondo del cinema come Maurizio Tedesco, Luciano Sovena, Domenico Gesualdi, Domenico Dinoia, Laura Delli Colli. Appuntamento all’anno prossimo: il festival numero 21 sarà quello della maturità.

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