Tour de France, la Israel cambia maglia e lancia la raccolta fondi “Field of Dreams”

ciclismo israel africa

Se l’Africa per molti è un continente dove cercare nuovi talenti da portare in Europa, per la Israel-Premier Tech, l’Africa è la terra dove è possibile realizzare sogni e costruire un futuro certo grazie allo sport. Il sogno che la Israel-Premier Tech vuole realizzare si chiama “Field of Dreams”, una parte importante del progetto “Racing for Change”, nato con l’intento di costruire a Bugasera in Ruanda, il più grande centro dedicato al ciclismo dell’Africa e dove oggi la Israel-Premier Tech sta già aiutando la squadra femminile.

E’ partita così una raccolta di fondi importante,affinchè in Ruanda, dove nel 2025 si svolgeranno i Mondiali di ciclismo, i primi nella storia di questo continente, il ciclismo possa essere quel ponte capace di donare a 120.000 studenti del distretto di Bugasera, un futuro migliore proprio attraverso la bici. Per l’occasione, la Israel-premier Tech al Tour de France correrà con una nuova maglia, dedicata proprio a “Field of Dreams”, simbolo visibile sul braccio dei corridori.

Sarà questa una missione importante composta da 70 ambasciatori che nel mondo raccoglieranno fondi per realizzare questo straordinario progetto. I primi ambasciatori  di “Field of Dreams” sono Sylvan Adams e Ron Baron, i proprietari della Israel-Premier Tech, ma nella lista dei tanti ambasciatori che hanno deciso di credere in questo progetto, ci sono anche Chris Froome e Giacomo Nizzolo, che hanno deciso di sostenere questo progetto. «Questo progetto è nato con l’intento di migliorare il mondo – ha detto Sylvan Adams -. Speriamo di coinvolgere l’intera comunità ciclistica mondiale per donare e aiutarci a costruire questa struttura straordinaria dedicata al ciclismo in Africa. Abbiamo deciso di presentare il nostro progetto durante il Tour de France per far conoscere la realtà del Ruanda e aiutare i giovani di questo Paese».

A dare qualche battuta su questo progetto, il cui costo è di 300.000 euro, c’è Chris Froome, il vincitore di 4 Tour de France e che in Africa è nato e ha trascorso i primi anni di vita. «Per me, che sono cresciuto in Kenya, la bici è sempre stato sinonimo di libertà – ha detto Froome –  Era il mio mezzo di trasporto. La bici è stata la mia opportunità per vivere il mondo che mi circondava. Non avevamo centri per allenarci, velodromi o cose del genere. Crescere e vivere il ciclismo in questo modo, senza una vera infrastruttura o supporto per i giovani che crescono, mi ha fatto davvero venire voglia di realizzare un progetto come questo. Dobbiamo interessarci ai giovani che vogliono fare ciclismo e dobbiamo aiutarli a realizzare i loro sogni». Froome e i suoi compagni di squadra hanno presentato ieiri la nuova maglia che indosseranno al Tour de France per promuovere l’iniziativa.

L’obiettivo è importante e prevede la realizzazione di un centro dedicato al ciclismo su una superficie di 16 acri, dove ci sarà una pump track, una pista e un’accademia dedicata al ciclismo, dove 120.000 studenti del distretto di Bugesera, di età compresa tra i 6 ei 18 anni, avranno l’opportunità di  pedalare e di sviluppare le proprie abilità e crearsi un futuro grazie al ciclismo.

Testimonial di “Field of Dreams” è la sedicenne ruandese Aline Uwera, che grazie al progetto “Racing for Change” è diventata la prima ciclista del suo paese a salire sul podio dei campionati africani e per questo è stata soprannominata dai media la “figlia della speranza”. Aline in Africa è diventata un esempio importante, lei che condivideva la sua camera con una mucca, unica fonte di reddito della famiglia, grazie alla Israel-Premier Tech è diventata una ciclista brava e il suo sogno di correre in Europa può  diventare una realtà.

Aline nella sua terra oggi è fonte di ispirazione per tanti giovani e in un recente sondaggio è stata inserita tra le persone più note e apprezzate in Africa. “Field of Dreams” necessiterà di tempo per essere realizzato e servirà a costruire strade in quella zona dove ci fu il noto genocidio in cui nel 1994 persero la vita circa un milione di persone. Il progetto andrà avanti grazie anche al supporto di Serge Gasore, che a 8 anni riuscì a salvarsi dal terribile genocidio e che poco distante da quella terra bagnata dal sangue di tanti innocenti ha creato “Community of Hope” un centro in cui bambini di ogni etnia e religione possono andare a scuola.

E’ proprio sulla terra di “Community of Hope”, che sorgerà il centro ciclistico voluto dalla Israel-Premier Tech. Mancano 27 giorni al termine della raccolta fondi, che vuole raggiungere l’obiettivo di 300.000 euro e la voce grazie ad appassionati benefattori, tifosi e corridori, sta già facendo il giro del mondo.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

ciclismo israel africa – MALPENSA24