Il presepe dei detenuti porta il Natale nel carcere di Busto. «Nulla di più profetico»

BUSTO ARSIZIO – «Cosa vi può essere di più profetico, per vite spente dall’arresto, del poter contemplare la vita nascente di Gesù Bambino?». Più che una domanda, è un percorso. Con queste parole, don David Maria Riboldi, cappellano del carcere di Busto Arsizio, presenta il progetto avviato dal gruppo Presepi Marnate con alcune persone, ristrette nella casa circondariale. «I presepisti marnatesi – racconta – sono entrati, a titolo gratuito, per condividere il loro tempo e la propria umanità. Con il gruppo scelto dagli educatori del penitenziario». Ne è nato un presepe in grado di «regalare un po’ di Natale a quanti varcano i cancelli per andare a trovare i propri cari nell’istituto di pena».

Il presepe

Ecco il testo integrale diffuso dal cappellano, per raccontare il progetto:

Non è la notizia di un arresto… ma la condivisione del termine di un percorso creativo, avviato dal Gruppo Presepi Marnate con alcune persone, ristrette nella Casa Circondariale di Busto Arsizio.
Il progetto è nato su impulso del sottoscritto: cosa vi può essere di più profetico, per vite spente dall’arresto, del poter contemplare la vita nascente di Gesù Bambino? 

Ho trovato la pronta disponibilità dei presepisti di Marnate a condividere la loro passione e il loro know how; ho trovato la professionalità degli operatori dell’Area Trattamentale, con cui è sempre più piacevole co-progettare percorsi formativi per le persone detenute; ho trovato una voglia dilagante di relazioni buone, vero argine al male. Sento tanta gratitudine dentro: il Signore è grande.

Il percorso si è strutturato in 10 sabati mattina, in cui i presepisti marnatesi sono entrati, a titolo gratuito, per condividere anzitutto il loro tempo e la propria umanità, con il gruppo scelto dagli educatori del penitenziario. L’ultima mattina è entrato anche il loro parroco, don Alberto Dell’Acqua, presente nella foto qui sopra, per la preghiera conclusiva e la consegna degli attestati. Si è realizzato un presepe, partendo da zero: polisitirolo, colori, fantasia. Ne è uscita l’opera che potete ammirare nella foto qui sopra e in quelle allegate, cui accedre cliccando sotto. Domenica scorsa, 21 novembre, il gruppo è stato autorizzato dalla Direzione a presenziare alla S.Messa in carcere: abbiamo benedetto il Presepe e siamo andati a collocarlo nella sala colloqui, dove giungono i familiari e i bimbi delle persone recluse. Il desiderio di regalare un po’ di ‘Natale’ a quanti varcano i cancelli, per andare a trovare i propri cari nell’istituto di pena. 

Sabato 3 dicembre sono stato invitato dal Parroco e dal gruppo a ‘rendere il piacere’: celebrerò la Santa Messa delle 18.30 a Marnate, cui seguirà l’inaugurazione della 21a Mostra Presepi. Alle 21.00, in comune, l’evento “Chi è senza peccato”: un incontro a più voci sul carcere. Allego le locandine.
Un grazie, a tutti voi, amici della stampa, che avete il piacere e il potere di raccontare, insieme alle tante sventure che vi tocca, pagine di bellezza, come quella che vi descrivo.

Come Cappellano del carcere, sono oltremodo lieto della Grazia ricevuta in questo percorso. Mai come in quest’anno, l’annus horribilis delle carceri italiane, devastate dalla morte volontaria, c’è bisogno della profezia della vita nascente di Gesù Bambino. Che sia fonte di speranza, di evasione dall’isolamento interiore cui tanti – più di 80 – hanno ceduto nei nostri penitenziari, dall’inizio del 2022. Il Bambinello sia l’antidoto al virus della disperazione che sembra contagiare, incontrastato, gli animi più fragili, dietro le sbarre. 

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