A Busto il primo confronto tra candidati: Antonelli diserta, scontro Farioli-Maggioni

BUSTO ARSIZIO – Al primo confronto tra i candidati sindaci c’è un grande assente, il front runner della competizione Emanuele Antonelli. Il sindaco, ricandidato dal centrodestra, non si presenta al dibattito sulla sanità organizzato al Museo del Tessile da Medicina Democratica e dal Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto. «In fuga, gioca a nascondino» lo punzecchia Gigi Farioli. Sul palco per oltre due ore domina il fair play, ma alla fine sono ancora una volta Accam e il nuovo ospedale a scaldare il confronto tra i cinque sfidanti in corsa. E sono tra il candidato del centrosinistra Maurizio Maggioni e quello del centro Gigi Farioli le prime scintille nello scontro frontale.

Il grande assente

Diserta, come già annunciato, il sindaco Emanuele Antonelli, che lascia al presidente della commissione sanità Paolo Genoni (candidato per Noi con l’Italia nella lista di Forza Italia) il compito di osservare in platea, mentre Laura Bignami si fa sostituire sul palco dal marito e capolista Giampaolo Sablich. «Ci spiace per chi non ha voluto partecipare» ammette Walter Mason del Comitato, nell’introduzione al dibattito (moderato dalla giornalista Angela Grassi). L’unico ad attaccare il grande assente, seppur senza nominarlo, è il suo predecessore ed ex assessore Gigi Farioli: «Abbiamo idee diametralmente opposte – dice riferendosi agli organizzatori – ma li ringrazio per aver permesso il confronto di fronte a politici in fuga che giocano a nascondino e mosca cieca».

Le posizioni sul nuovo ospedale

Ma c’era un altro convitato di pietra, il tema del nuovo ospedale, che solo Farioli e lo stesso Sablich – il primo per dire sì e il secondo per dire no – provano a reinfilare nel dibattito. Almeno fino a quando, a grande richiesta, su esplicita domanda dalla platea del noto commerciante Bruno Ceccuzzi, il tema del nuovo polo ospedaliero di Beata Giuliana riesce a conquistare il palco. Con l’ex sindaco che si dice «favorevolissimo», in sintonia con Gianluca Castiglioni di Busto al Centro («un ospedale unico c’è già, quello nuovo può aprirsi alle necessità della medicina del territorio»), mentre il candidato del centrosinistra Maurizio Maggioni propende per una terza via. «L’attuale ospedale va male perché è stato smembrato – afferma, in contrapposizione a Farioli che rivendicava l’azione per unificare Busto e Gallarate nell’Asst Valle Olona – dobbiamo farlo funzionare bene, prima di pensare al nuovo ospedale, che per ora è un progetto non definito, da realizzarsi a partire dalla conversione delle strutture nel luogo esistente. Ci sono spazi disponibili sull’attuale sedime, senza consumare suolo». No secco invece da Chiara Guzzo che dice «no ad altro consumo di suolo», oltre che da Sablich, che parla di «progetto che va nella direzione dell’ecatombe del pubblico. Ma un sindaco può fare anche resistenza attiva contro il nuovo ospedale».

Schermaglie su Accam

I botta e risposta tra Maggioni e Farioli sono il piatto forte della serata. Fino alle scintille su Accam, altro tema che s’inserisce a furor di popolo nel confronto. «Non ho ancora capito cosa ci sarà di economia circolare nella nuova società, se non che l’inceneritore funzionerà ancora per 12 anni» afferma il candidato del centrosinistra, subito rintuzzato dall’alfiere del polo liberal-popolare e riformista. «Non è vero, non si prendono in giro le persone». Poi è Sablich a rincarare la dose: «L’unica economia circolare sono i 20 milioni di buco per salvarsi il sedere».

Dibattito “british”

Schermaglie finali a parte, il dibattito è molto “british” e all’insegna del fair play. Due giri di risposte, sul ruolo dei sindaci nel campo della sanità e sulle future case di comunità, prima delle domande dal pubblico. «Se sarò sindaco, istituirò un assessorato alla sanità, perché gli assessorati devono essere per obiettivi, e la sanità dev’essere obiettivo globale» annuncia Farioli, rivendicando la Casa della Salute di Borsano come una struttura di cure primarie che anticipava la riforma. «Chi meglio del medico e dell’infermiere di famiglia può capire bisogni dell’assistito?» così Castiglioni difende le novità della riforma sanitaria regionale che può portare all’«integrazione tra bisogno sanitario e bisogno sociale». Per Chiara Guzzo invece «se le case di comunità sono succursali di ospedali e Pronto Soccorso siamo punto e a capo, non risolveremmo niente. Servono operatori non nuove strutture» E l’applausometro della sala conferenze del Museo del Tessile (in overbooking, con distanziamenti e accesso con Green pass) sembra aver già decretato che la vera sfida tra i contendenti di Antonelli è tra Maurizio Maggioni e Gigi Farioli. Sono quasi solo loro a far battere le mani al pubblico con i loro interventi, oltre a Sablich quando ricorda Gino Strada e punge su Accam.

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