A Legnano si accende la battaglia per il sindaco: i civici sparano a zero contro il candidato del Pd

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LEGNANO – Appena designato candidato sindaco, Lorenzo Radice deve già fronteggiare il primo attacco politico alla sua persona. A sole 24 ore dall’ufficializzazione della sua candidatura per il centrosinistra, l’ex consigliere comunale finisce nel mirino di Franco Brumana e Antonio Guarnieri, i protagonisti delle primarie civiche di due settimane fa. «Non siamo come il Pd – tengono subito a sottolineare Guarnieri e Brumana in una nota congiunta – la nostra candidatura è frutto delle primarie e non di accordi politici a tavolino e soprattutto non siamo interessati a contrastare a priori qualcuno, come ha fatto il Pd». Quest’ultimo riferimento è alla netta presa di posizione espressa dal partito di Via Bramante all’indomani delle primarie, quando i dem esclusero subito ogni ipotesi di accordo con il vincitore, Brumana. Lo scontro tra i due gruppi politici – Pd, Insieme per Legnano, riLegnano, Legnano popolare da una parte e Costituente Civica, Legnano Futura, Legnano Cambia dall’altra – sembra destinato a trascinarsi per tutta la campagna elettorale: in palio, a detta di molti, ci sarebbe il “secondo posto” dietro il centrodestra, ovvero la possibilità di sfidare quest’ultimo al ballottaggio delle Amministrative, a meno di clamorose sorprese.

Brumana e Guarnieri: «Radice 7 anni in Consiglio, ma nessuno se n’è accorto»

«Siamo contro – sottolineano Brumana e Guarnieri – solamente alla restaurazione del potere di chi si ostina a sostenere la giunta Fratus. Non intendiamo nemmeno criticare il candidato rivale del Pd: non ne conosciamo né le qualità né i difetti. Sappiamo solo che è stato consigliere comunale per oltre 7 anni senza che la città se ne accorgesse. Sappiamo inoltre che è iscritto al Pd e che è un esponente importante di Polis, così come era Centinaio (il sindaco del centrosinistra dal 2012 al 2017, nda). La sua precedente presenza nella politica locale è stata evanescente. Ciò non significa che fosse negativa, ma solo che era allineato in modo diligente al suo gruppo consigliare. Non è comparso nemmeno nella mobilitazione cittadina del Comitato Legalità».

«Tanto valeva candidare il segretario Ferrazzano…»

Insomma, per gli ex sfidanti civici «la sua è una chiara candidatura di partito che per questa ragione suscita la curiosità di sapere come mai il Pd non abbia candidato il suo segretario Ferrazzano, come sarebbe stato naturale. Comunque non entriamo nei meandri delle logiche di questo partito e ci limitiamo a rispettare la sua scelta “di bandiera”. Ora attendiamo che finalmente il Pd e le liste di contorno si occupino dei problemi della città e redigano un programma con il quale ci confronteremo in modo dialettico e aperto. Nel frattempo – concludono Antonio Guarnieri e Franco Brumana – auguriamo al candidato Radice una buona campagna elettorale».

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