Ai furbi e ai cretini di ogni età. Auguri

buon anno dalla auguri

Un anno muore, un anno nasce. Dov’è la notizia? Succede così dalla notte dei tempi e, tutto sommato, dovremmo averci fatto l’abitudine. Ma le consuetudini sociali, i riti e la tradizione ci impongono di badare con attenzione al cambio di data. Non foss’altro per sperare in un anno migliore, se mai quello passato ci abbia riservato negatività. E se anche così non fosse, l’anno che verrà porta sempre con sé migliori auspici. Lo cantava Lucio Dalla in una delle sue più memorabili canzoni, lo speriamo tutti quanti e ci mancherebbe altro. Lucio Dalla, appunto, esattamente quattro decenni fa. “Si farà l’amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età”. Poi, l’iperbole: “Senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età”.

Fare l’amore come ci va, magari. Che i preti possano sposarsi, ci importa poco, anche niente. Che furbi e cretini si facciano più in là, cioè la smettano di nuocere, interessa a tutti. Supposto che tra noi ci sia chi non si consideri tale, ritenendo che la stupidità riguardi sempre e soltanto gli altri. Divagazioni di fine anno. Con un suggerimento non richiesto: la lettura davanti al caminetto di due libri fondamentali per ottenere certe consapevolezze: il piccolo saggio di Carlo M. Cipolla “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, imperdibile; e “Dizionario della stupidità” di Piergiorgio Odifreddi. Non propriamente lavori nuovissimi, ma istruttivi, di grande, enorme attualità. Consigliati in primo luogo ai politici, ai quei politici di professione o di risulta, convinti che, per il solo fatto di essere stati eletti e, spesso, soltanto nominati, stanno al di sopra della media dei loro simili. E, gonfiando l’ego, si sentono infallibili, intoccabili, impuniti. Addirittura, come mai era accaduto in passato, nemmeno nella tanto vituperata Prima Repubblica, decidono chi ammettere alla loro corte, di solito servitori sciocchi, lacchè e opportunisti. Furbi e cretini, come ricorda Dalla. I nomi? Potremmo riempire il giornale, ma è pacifico che non si possono fare: passeremmo subito per cretini.

Cosa dire? L’anno che verrà metterà a fuoco situazioni giudiziarie eclatanti, che hanno “acceso” il 2019. Le conosciamo tutti e, tutti, attendiamo di conoscerne i riscontri processuali nel 2020. Sono vicende clamorose, che vedono coinvolti personaggi più o meno noti, accusati di aver approfittato della buona fede collettiva. Vero? Falso? Vero è che ci sono città e paesi del nostro territorio che attendono risposte di altro tipo, amministrative, di sbocchi concreti al di là degli annunci, dei soliti mantra auotoreferenziali, tesi a dimostrare la bontà dell’azione politica rispetto a risultati che arriveranno, quando arriveranno se arriveranno. Ciò che appare evidente è che tutti o quasi, sindaci e assessori, delle stesse città e degli stessi paesi, giocano sulla difensiva: delle loro cadreghe. A dispetto dell’evidenza, dei santi e della magistratura.

Consentiteci un Post Scriptum per un nostro amico primo cittadino che fa sapere di essere disponibile a fare il sindaco “a beneficio della sua città” per altri vent’anni. Un Ventennio. Dichiarazione che esercita un effetto, diciamo così, nostalgico. Una volta individuato il balcone, siamo a posto. Il nome del sindaco in questione? Si può leggere sulla Prealpina. Alle corte, buon anno a tutti. A chi ci vuole bene e a chi ci vuole male. Tanto, per restare in tema di citazioni, una risata li seppellirà.

buon anno dalla auguri – MALPENSA24